REDAZIONE FIRENZE

Proiettile da caccia inesploso ai giardini dei Colli Alti, attimi di paura fra i bimbi

Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Signa che hanno risolto il giallo. Probabilmente è stato perso durante una battuta anni fa

Proiettile da caccia inesploso ai giardini dei Colli Alti, attimi di paura fra i bimbi

Attimi di paura, ieri, ai giardini dei Colli Alti, a Signa, quando alcuni bambini hanno trovato nel verde un proiettile inesploso (foto). L’oggetto è stato consegnato poco dopo ai genitori che hanno a laro volta pubblicato un post su Facebook per segnalare l’accaduto e chiamato i carabinieri della stazione e della compagnia di Signa. L’episodio ha suscitato l’allarme e la curiosità di tanti cittadini della zona e dei vari iscritti al gruppo ‘Abitanti di Signa’, scatenando diverse ipotesi sulle caratteristiche e sulla storia del proiettile: fra chi ha immaginato che potesse trattarsi di un residuato bellico della Seconda guerra mondiale e chi ha pensato a un’origine più recente. Successivi accertamenti hanno poi permesso di verificare che si trattava di un 222 Remington, ovvero di un proiettile da caccia, molto deteriorato dal tempo e con il fondello bucato.

Quest’ultima caratteristica fa pensare che sia stato sparato con un fucile durante una battuta di caccia (nella zona esistono vari laghi in cui si pratica) ma che per un malfunzionamento non sia esploso, mantenendo così la propria forma integrale, senza il distacco dell’ogiva dal bossolo. Pur non trattandosi di un proiettile che potesse esplodere, è stato comunque preso in consegna dai carabinieri. Nella zona dei Colli Alti l’attenzione nei confronti di possibili residuati bellici è da sempre molto alta. Poco lontano da qui infatti, fra via Pistoiese e via Barberinese, è stato a lungo attivo un hangar, utilizzato durante la Seconda guerra mondiale come rimessaggio per i dirigibili e rimasto per qualche tempo in uso come area militare. E proprio qui, nel dopoguerra, sono avvenuti vari ritrovamenti di materiali esplosivi e ordigni bellici.

Lisa Ciardi