Firenze, 23 gennaio 2023 - La situazione dei pronto soccorso è talmente grave da preoccupare seriamente non solo i direttori delle strutture e il management sanitario, ma anche i decisori politici. Urge trovare una soluzione, ma non è banale. Serve una risposta di sistema perché le cose si possano cominciare a raddrizzare.
L’ultimo problema sollevato in ordine di tempo, ma neppure nuovo, è portato alla luce dalla Simeu toscana, la Società italiana della medicina di emergenza-urgenza che per voce del suo presidente Marcello Pastorelli segnala la criticità "della crescita del numero di pazienti che rimangono anche quattro giorni in pronto soccorso, pur avendo già completato il percorso diagnostico e terapeutico nei locali destinati all’emergenza, e che sono in attesa di un ricovero". Un fenomeno che succede con maggiore frequenza negli ospedali dell’Asl Toscana centro e in quelli della Nord Ovest. "Mentre una pressione minore viene segnalata nella Sud-Est", spiega.
«Non si tratta di un problema nuovo, ma i numeri sono in aumento da quando con le complicanze respiratorie dell’influenza, le polmoniti e i casi di Covid il numero degli accessi al pronto soccorso è ricominciato a salire vertiginosamente", dice Pastorelli.
E’ una situazione nota a chi lavora nel settore, costretto a non poter dare risposte migliori ai pazienti. "Ma ufficialmente è sconosciuta al sistema, perché quei pazienti ’in destino’, così si dice in gergo di chi ha già completato il percorso nel reparto di emergenza e aspetta il ricovero, non sono già più conteggiati nei flussi monitorizzati, in quanto risultano già ricoverati e invece sono ancora sui lettini del pronto soccorso", spiega Gerardo Anastasio, segretario toscano dei medici ospedalieri che aderiscono alla sigla sindacale Anaao-Assomed.
La mancanza di un sistema di monitoraggio ufficiale che quantifichi l’attesa di chi aspetta il ricovero, "falsa anche i tempo d’attesa della chirurgia ortopedica d’urgenza: un anziano con il femore fratturato dev’essere operato entro le 48 ore dal ricovero in ortopedia, ma se prima resta 4-5 giorni in pronto soccorso i tempi sono già ampiamente saltati".
Insomma, questo delle attese "che si protraggono oltre le 72 ore in pronto soccorso, è un altro problema molto grave", anche perché "è statisticamente provato che oltre le 24 ore di stazionamento nell’area di emergenza urgenza aumenta drasticamente la mortalità".
Anastasio torna a parlare della necessità di un incremento del numero dei posti letto. "Il taglio dei 700 posti negli ultimi sei-sette anni ha un’incidenza su questa situazione già molto complicata per l’afflusso massiccio di pazienti e per la carenza di personale", dice.
«Questo fenomeno è davvero preoccupante e ne sono allarmati gli stessi operatori che lavorano in pronto soccorso – spiega Anastasio – Succede in particolar modo negli ospedali dell’Asl Toscana centro e in quelli della Nord Ovest, mentre è più scarica la zona Sud-Est, dove c’è una densità abitativa minore".