La protesta degli infermieri a Careggi: "Manca personale"

Sit-in contro il trasferimento del reparto Trauma ortopedico. Bigi (Nursind): "Tempi lunghissimi e difficoltà organizzative"

Sit- in di protesta a Careggi (Marco Mori/New Press Photo)

Sit- in di protesta a Careggi (Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 29 aprile 2022Continua la protesta sindacale all'ospedale di Careggi per evitare il trasferimento del reparto Trauma ortopedico, in programma per lunedì 2 maggio. Questa mattina si è svolto il sit-in all'ingresso dell'ospedale.

“Si preannunciano tempi di attesa intraoperatori lunghissimi e grandi difficoltà organizzative: assurda la posizione dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi, da cui è arrivata una totale chiusura verso le nostre richieste”. Ha dichiarato Luca Bigi, segretario aziendale Nursind per Careggi.

“L’Azienda – sottolinea Bigi - ha affermato che la riorganizzazione prenderà forma a parità di risorse, nonostante le richieste da parte sindacale di un adeguamento in base alle nuove esigenze e dislocazioni. L’allarme è dato anche da un periodo di incertezza riguardo al fabbisogno del personale che si traduce in mancate risposte sulle proroghe dei contratti in scadenza e nessuna garanzia sul turn over”.  

“Le criticità che evidenziamo hanno serie ricadute in termini di salute e rischio clinico per i pazienti: parliamo di tempi di attesa intraoperatori che si allungano, personale specializzato insufficiente, mancanza di direttive dell’Azienda sul percorso Covid da applicare”, prosegue il segretario aziendale Nursind.

“Consapevoli della validità del progetto in un’ottica di ampliare e migliorare la risposta all’utenza siamo più che mai convinti che tutto sia inutile se non commisurato ad un adeguamento in termini di risorse di ogni figura professionale coinvolta che va dal chirurgo ortopedico, all’anestesista l’infermiere e tutto il personale tecnico di supporto coinvolto nel progetto a 360 gradi. Alla luce delle gravi criticità evidenziate che espongono a rischio clinico gli operatori con ricadute per l’utenza coinvolta, chiediamo all’Azienda una sospensione del progetto di trasferimento del reparto Trauma e la contestuale apertura di un vero tavolo di confronto”, conclude Bigi.