FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Prove di matrimonio fra il Pd e il M5s. Nel nome del lavoro

Il prossimo vertice regionale dei parlamentari pentastellati può essere l’occasione per testare davvero il ’campo largo’ .

"Il matrimonio è un lavoro", direbbe il branco al di fuori del recinto dei sentimentalisti. In politica vige però il pragmatismo. E Pd e 5Stelle potrebbero a stretto giro avvicinarsi all’altare proprio grazie al Lavoro. Inteso come disciplina. Il Movimento s’è azionato e in cantiere ha in serbo un evento-bandiera per cavalcare i cavalli di battaglia, tra salario minimo e reddito di cittadinanza. La data non è ancora certa. Sicuramente successiva a quella del 12 aprile, giorno dell’assise regionale a cui parteciperanno i quadri toscani in Parlamento, i consiglieri regionali, i coordinatori provinciali e gli attivisti. La location è strategica: Montecatini (la favorità) o Prato. Delle due l’una. Ma parliamo comunque di Comuni entrambi di governo per i pentastellati, poichè presenti nelle giunte di Del Rosso e di Bugetti. L’occasione è ghiotta: l’incontro tra i rappresentanti e i rappresentati è destinato a generare un documento politico contenente la linea da adottare in vista delle regionali (probabilmente) d’autunno. Dopodiché partirà l’abbocco al Pd. I primi inviti sono già stati inoltrati. Da Stefano Fassina al segretario della Cgil Rossi, fino a quello di SI Dario Danti. Tra i dem, si va dal braccio destro di Schlein Marco Furfaro al segretario regionale Fossi, dall’assessora regionale al Lavoro Nardini fino al presidente Giani. In attesa della benedizione da Elly Schlein per sbloccare la corsa verso il secondo mandato, il governatore uscente non ha perso tempo per affinare il posizionamento politico in ottica di campo largo. Approvando a inizio marzo una proposta di legge che prevede valori premiali per incoraggiare in maniera decisa le ditte che partecipano alle gare regionali a riconoscere e garantire la paga del salario minimo. E, soprattutto, aprendo alla possibilità di un "reddito sociale per chi oggi è rimasto fuori dal mercato del lavoro" servendosi di fondi europei. Il terreno è fertile, Giani e Nardini prenderanno parte all’evento, Fossi è in forse.

E Italia Viva? "Non ci è neanche venuto in mente di coinvolgerla", ammettono fonti interne ai contiani. I renziani restano un tabù e l’ex premier "un virus che quando si attiva crea disastri, vedremo". Eppure lo stesso Renzi pare essersi messo l’animo in pace: "Sono pronto ad allearmi persino con Conte", la sua profezia sganciata nel salotto di Floris un paio di settimane fa. E ribadita domenica a Firenze: "Da parte nostra c’è la disponibilità a ragionare" di un centro sinistra allargato ai 5Stelle. Ma per Renzi, a deciderlo "sarà il candidato" governatore alle regionali. Il cui nome, ormai è palese, emergerà appresa l’udienza del 9 aprile della Consulta sul terzo mandato di De Luca in Campania. "Se noi otteniamo la presidenza di Fico in Campania, in Toscana non possiamo stare a filosofeggiare, l’accordo sarebbe tutto in discesa", ammettono dal Movimento. Partendo proprio dalle convergenze sul Lavoro.