
Psicologi Toscani: "Ansia tra motivi che spingono gli adolescenti a chiedere aiuto"
Firenze, 1 aprile 2025 - Gli psicologi e le psicologhe della provincia di Firenze che hanno partecipato all’indagine segnalano che l’ansia, i problemi relazionali, l’isolamento sociale, seguiti da dipendenze digitali rappresentano le prime forme di disagio per gli adolescenti. Più in generale, è questa la fascia d’età, insieme a quella dei giovani adulti, ad aver aumentato maggiormente la richiesta di supporto psicologico nel periodo marzo 2023 – marzo 2024. Lo rivela l’ultimo report stilato dall’Ordine degli Psicologi della Toscana in collaborazione con il laboratorio di Psicometria del Dipartimento Neurofarba (Università degli Studi di Firenze). Alla ricerca effettuata su base regionale hanno partecipato 242 psicologi e psicologhe che lavorano nella provincia di Firenze. Aumentano le richieste d’assistenza in tutte le fasce d’età Il primo dato che emerge è quello rappresentato dall’aumento delle richieste di assistenza psicologica. Secondo i professionisti intervistati – che seguono pazienti di diverse fasce d’età - sono aumentate le richieste da parte di adolescenti (66%) e giovani adulti (66%), mentre il 58% indica una crescita per i bambini, il 46% la segnala per gli adulti e il 39% per gli anziani. Ansia il problema più frequente Tra le problematiche maggiormente riscontrate, i sintomi ansiosi prevalgono quasi in ogni fascia d’età. L’80% dei professionisti li rilevano nei bambini segue l’87% negli adolescenti, il 79% nei giovani adulti e il 69% negli adulti. Negli anziani, invece, il 61% degli psicologi coinvolti riporta che sono prevalenti i sintomi depressivi. Tra i più giovani si evidenzia inoltre una crescita del disagio dovuta a problemi relazionali, isolamento sociale e dipendenze digitali. L’impatto delle dipendenze Le dipendenze segnalate dagli psicologi intervistati aprono un nuovo fronte preoccupante. Tra gli adolescenti, i professionisti intervistati rilevano le dipendenze da uso di internet (65%), da uso di videogiochi (55%) e da uso di tabacco (52%). Tra i giovani adulti, i professionisti intervistati rilevano le dipendenze legate all’uso di tabacco (54%), seguite dal consumo di alcol (49%), e dipendenze affettive (47%). Per quanto riguarda gli adulti, i professionisti rilevano al primo posto le dipendenze affettive (38%), seguite dall’uso di prodotti con tabacco (37%) e dall’uso di alcol (30%). Tra gli anziani, invece, i professionisti segnalano la diffusione dell’uso problematico di sedativi (30%), di psicofarmaci (22%) e prodotti con tabacco (15%). Uso di psicofarmaci Quanto all’utilizzo di psicofarmaci nelle diverse fasce d’età, i professionisti intervistati li rilevano principalmente negli adulti (65%) e negli anziani (63%), seguiti da giovani adulti (54%) e adolescenti (41%). Disturbi del comportamento alimentare A destare preoccupazione è inoltre la diffusione dei disturbi del comportamento alimentare (DCA). Al primo posto, i professionisti li rilevano tra gli adolescenti (73%), con una maggior diffusione dell’anoressia nervosa (61%) e del Binge Eating Disorder (41%). A seguire il 59% degli psicologi ha rilevato DCA nei giovani adulti, il 32% negli adulti e il 7% negli anziani. Il commento della presidente dell’Ordine, Maria Antonietta Gulino “La nostra ricerca evidenzia in modo chiaro come le fasce più giovani siano ancora oggi le più vulnerabili. Questo può essere dovuto – spiega la presidente dell’Ordine, Maria Antonietta Gulino - ad un insieme di fattori, come i lunghi strascichi lasciati dalla pandemia, l’ansia per il proprio futuro e per la situazione internazionale, la distanza fisica e i modelli perfetti creati dai social. Il report è uno strumento estremamente utile, perché ci consente di monitorare il nostro territorio, veicolando nel modo più efficace i nostri sforzi. La crescita globale delle richieste d’assistenza psicologica, così come la diffusione di dipendenze e disturbi alimentari di varia natura, ci impongono di mantenere sempre altissima la soglia dell’attenzione, per impostare risposte adeguate, è sempre più importante investire nella prevenzione primaria e nella diagnosi precoce”.