FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Pubblico impiego e marchi storici Quante vertenze ancora sul tavolo

Sanità in affanno e dipendenti comunali in rivolta da un parte, bracci di ferro senza fine a Ortofrutticola. Giga e Hugo Boss dall’altra. Galgani (Cgil): "Attenzione massima ai casi che incidono sulla vita della gente"

di Fabrizio Morviducci

"Tutte le vertenze mi preoccupano. Ma su quelle che intaccano le scelte di sistema, e la vita dei cittadini, occorre prestare più attenzione".

Così la segretaria della Cgil di Firenze, Paola Galgani analizza il momento delicato per il lavoro a Firenze e in Toscana.

Tanti file aperti, e soprattutto con alcuni segnali da non sottovalutare che partono dai lavoratori delle istituzioni e degli enti collegati alle istituzioni stesse. Pubblico impiego Oltre alle croniche difficoltà della sanità, emergono altre crepe: al Lamma, il centro regionale, i lavoratori oggi scenderanno in piazza davanti alla Regione. Non si assume, i contratti scaduti non sono stati rinnovati e il rischio è di bloccare l’attività. "Gli stessi problemi – ha detto Paola Galgani – ci sono per i lavoratori di Palazzo Vecchio e per quelli dei Beni culturali. Ma vorrei segnalare che anche gli ispettori del lavoro sono scesi in piazza perché le mancate nuove assunzioni bloccano il loro lavoro. Credo che questo sia un più di un campanello d’allarme, visto che gli ispettori del lavoro hanno un compito di vigilare sul rispetto delle norme e dei diritti dei lavoratori. Paralizzare la loro attività l metterla a serio rischio significa mettere a rischio il lavoro in generale". Anche i dipendenti pubblici soffrono l’onda lunga della crisi. Protestano anche al Geografico Militare, un’istituzione con le stellette che ha sede a Firenze da 150 anni: 100 cartografi in meno in quattro anni tra tagli e pensionamenti. Nessuno li ha sostituiti in questa attività preziosa soprattutto in questi tempi incerti. Le grandi aziende Giorni di agitazione anche per Poste Italiane per la riduzione di orari e personale al pubblico, e alla Tim per i timori sulla tenuta occupazionale. "Queste vertenze nazionali – ha detto Paola Galgani – hanno comunque un valore enorme anche in ambito regionale. Non riguardano solo i posti di lavoro ma anche scelte strategiche sui territori che ricadono sulla qualità della vita dei cittadini. Sono quelle che, insieme alla crisi del pubblico, ci ricordano che un sistema è stato smantellato per puntare decisamente su un ambito privato che si è dimostrato meno efficace". Gli storici del territorio Secondo il consulente per il lavoro del presidente della Toscana Giani, Valerio Fabiani, attualmente in regione sono aperti 55 casi, dei quali 14 sono considerati risolti o parzialmente risolti. Su Firenze quella attualmente più incerta riguarda il marchio storico Pineider dove a seguito della volontà di esternalizzare dell’azienda ci sono 9 esuberi (oggi il tavolo di crisi in Regione); sulla GKN e la sua reindustrializzazione da 82 milioni, ci sono gli occhi aperti di Istituzioni e sindacati per vigilare che non accada quello che è accaduto anni fa all’Electrolux di Scandicci.

E non mancano tante altre realtà (Hugo Boss, Cartonificio fiorentino, Giga grandi cucine, Ortofrutticola del Mugello) dove le vertenze sono ancora in corso. "Il privato è in difficoltà – ha concluso Paola Galagni – per la pandemia prima e la guerra poi che hanno messo in crisi diversi settori. Ma è la scelta di definanziare il pubblico portata avanti con forza negli ultimi due anni a creare dei veri e propri buchi nella vita quotidiana dei cittadini. Abbiamo perso servizi essenziali, attività e veri e propri settori produttivi pubblici. Forse c’è qualcuno che ha pensato di poterli sostituire coi privati. In realtà sono solo cresciute le difficoltà sociali, e diminuiti i diritti per chi lavora".