Firenze piange il grande Pugi. La sua ricetta? Un’eredità morale: “Nella vita ci vogliono pazienza e dignità”

Il ricordo del re della schiacciata morto novantenne dopo una vita al lavoro nei suoi negozi

Marcello Pugi (New Press Photo)

Marcello Pugi (New Press Photo)

Firenze, 2 gennaio 2024 – Il segreto della sua schiacciata non l’ha mai svelato ma nell’intervista datata 26 febbraio 2021, rilasciata alla Nazione a firma Titti Giuliani Foti, Marcello Pugi ha raccontato molto di più. Una ricetta di vita, della sua certo, ma anche di quelle persone che con lui hanno condiviso un percorso pieno di bontà e valori solidi e genuini. “Tutto è cominciato da mio padre che faceva il fornaio e che è morto a 51 anni. Mi sono trovato a dover andare a bottega e imparare il mestiere. Sempre qui, in viale De Amicis dove dal 1925 abbiamo il solito forno. Ci vado tutte le mattine: alle 9,15 apro l’ufficio e controllo fatture, conti, dipendenti. Ma soprattutto i prodotti che debbono essere di qualità: siamo artigiani, si può cadere nell’errore”, si legge nell’articolo di tre anni fa quando il mondo era ancora a fare i conti con la pandemia. 

“Un ragazzo (all’epoca dell’intervista) di 91 anni” pronto a raccontarsi anche nell’ambito famigliare: “Mia moglie Piera è la mia vita – raccontava – Siamo sposati da 58 anni e conosciuti per la strada nel 1955, è stato un colpo di fulmine. Siamo gli ultimi romantici: lei stava alla cassa e collaborava e con me. Non ricordo se abbiamo mai litigato, può essere sia successo, come in tutte le famiglie. Ma quando si vuol bene, si passa sopra a tante cose. Abbiamo un figlio, Lorenzo”.

Poi il monito di Marcello Pugi: “Nella vita ci vuole pazienza sennò sarebbe sempre un litigare. Io sono uno spirito libero, dentro di me mi pare di avere trent’anni e se ho un problema penso: domani è un altro giorno, si vedrà. L’importante è mantenere la lucidità. E mai chiudere gli occhi davanti all’incubo povertà che attanaglia tanti. Penso a due parole: pace e dignità”.