Firenze, 4 gennaio 2025 – Nuovo Pir di Torregalli promosso (quasi) a pieni voti: in un’ora e mezzo accettazione e visita per un caso di lieve entità. Quello che i Pir, appunto, dovrebbero garantire. Sarà che ancora non sono noti alla maggioranza dei pazienti, sarà che il pronto soccorso resta il riferimento principale, il nostro test ha funzionato secondo le aspettative. I punti di intervento rapido sono stati lanciati in via sperimentale dall’Asl Toscana Centro all’inizio di dicembre per offrire una risposta specifica ai casi non gravi e quindi decongestionare gli afflussi ai pronto soccorso (primo bilancio fra sei mesi). Dei tre che sono stati lanciati in provincia, Torregalli è l’unico aperto dalle 8 alle 20, per sette giorni la settimana. In questo caso presentandosi direttamente all’infermiere del triage del pronto soccorso, una volta che il caso è considerato lieve, si viene indirizzati al punto di intervento rapido. Come per gli altri Pir, comunque, ci si può arrivare anche su indicazione del medico di famiglia o della guardia medica (chiamando il 116117). E’ questa invece l’unica modalità di accesso per il Pir alle Piagge (aperto per 12 ore al giorno e per il momento solo cinque giorni a settimana, da lunedì al venerdì dalle 8 alle 20). Il terzo tipo di Pir è quello già attivo all’ospedale Serristori di Figline Valdarno, un’implementazione del centro medico avanzato già operativo al quale accedere anche direttamente, sette giorni su sette dalle 8 alle 20. Sono state duecento le persone assistite nelle prime due settimane del servizio, cinquantaquattro invece i medici di continuità assistenziale coinvolti e ventuno infermieri assunti specificatamente per il nuovo progetto.
La nostra prova di ieri è nata da un bisogno reale. Un dolore costante a una caviglia, l’ennesimo giorno con un indolenzimento che aumenta guidando la macchina. Temendo un danno ai legamenti, meglio controllare.
L’arrivo al triage è alle 13,50. Nonostante l’ingresso non sia dei più promettenti, il servizio fornito alla fine si rivelerà con poche pecche, aspettando una giornata con afflussi più cospicui. Si parte però con il corridoio pedonale allagato già con mezza giornata di pioggia alla sbarra del piazzale/parcheggio, che costringe a camminare nella carreggiata delle automobili, problema questo non solo del Pir ma di tutta la struttura ospedaliera del Nuovo San Giovanni di Dio.
Una volta entrati dentro il punto di intervento rapido la macchina sanitaria si rivela ben organizzata. Fa quello che deve. Spiegati i sintomi, l’infermiere del triage fa la valutazione del caso come per gli altri del pronti soccorso. Stabilito che non c’è urgenza, il dottore accompagna nella sala d’aspetto del Pir, alla quale si arriva da un corridoio retrostante al triage, senza ripassare da quella del pronto soccorso. In realtà oltre alla sala d’aspetto vera e propria – dove si trovano acqua, bicchieri e cannucce, una stanza completamente spoglia, ma pulita –, deserta, c’è una hall con quattro sedie fissate al muro ed è qui che si vedono le persone che aspettano di essere visitate.
Sono quasi le 14. In una decina di minuti dall’ingresso si è già raggiunta la sala d’aspetto dopo una prima valutazione dei sintomi. Ci sono due donne anziane. Una viene chiamata dopo pochissimo. L’ambiente non è certo una sala d’albergo, ma siamo in un ospedale e c’è quanto basta: sedie e toilette. Nel frattempo arriva un altro paziente che si preme una garza sulla testa. Ha una bella escoriazione che sanguina.
Falso allarme alle 14,42. Il cognome chiamato è giusto, ma è un fortuito caso di omonimia. Chissà dove sarà l’altro paziente, non certo in questa sala.
Il tentativo di accedere alla sala visite viene fermato da un’infermiera: bisogna ancora aspettare. Di nuovo sulle sedie con l’altra paziente in attesa.
C’è un gran via vai nella sala, perché ci sono anche la macchinetta per timbrare il badge e la porta d’uscita, deve essere orario di cambio turno visto che in molti lasciano l’ospedale. Questa una delle poche cose da migliorare: visto che la macchinetta è attaccata all’ultima sedia, costringe spesso a spostarsi. Fosse posizionata due metri più in là sarebbe meglio.
Alle 15 quasi in punto arriva la chiamata giusta. In ambulatorio una dottoressa molto cortese, disponibile ad ascoltare e competente, e un’infermiera altrettanto brava: insomma, nonostante si possa sempre migliorare, si scopre con piacere il buon funzionamento della sanità pubblica e la dedizione dei professionisti che ci lavorano, viene da pensare. La visita è accurata, il medico ascolta quanto accaduto e spiega: nulla di grave, ma c’è bisogno di un’ecografia di accertamento e di qualche giorno di antinfiammatori. Sarebbe finita lì alle 15,15 circa: veloce ed efficace. A garantire un po’ di “italico” rallentamento, al solito, il sistema informatico che non collabora e si pianta. L’attesa si allunga, ma dopo qualche altro minuto tutto si risolve ed è tempo di uscire con le prescrizioni in mano. Tutto fatto in un’ora e mezzo circa. Sì, a Torregalli c’è davvero un punto di intervento rapido.
E il costo? Ieri per il nostro caso nessun ticket. In generale nei punti di accesso rapido nelle Case di comunità la prestazione è gratuita. Nei Pir negli ospedali valgono invece le regole dei pronto soccorso: in assenza di particolari esenzioni o soccorsi a seguito di traumi o avvelenamento si paga un ticket di 25 euro.