BENEDETTO FERRARA
Cronaca

Quando Firenze diventò capitale del buddismo Festa per i trent’anni del centro a Castello

Dai pionieri della religione pacifista giapponese alle adesioni vip di Baggio e Tina Turner. In città la comunità è forte e viva

di Benedetto Ferrara

All’inizio degli anni ottanta Firenze divenne l’epicentro della propagazione del buddismo della Soka Gakkai. Allora erano una cinquantina, poi i membri iniziarono a diventare centinaia in tutta italia. Ragazzi devoti alla causa che organizzavano meeting per parlare di pace, ambiente e di quella che la Soka Gakkai definisce Rivoluzione umana.

I ritrovi erano le case dei membri dell’associazione. Si raccontavano esperienze, si studiavano le lettere di Nichiren Daishonin, il prete giapponese che nel 1200 scelse di tornare alle origini del Sutra del loto, l’insegnamento di Shakyamuni (o Siddharta) che spiegava come la felicità e la potenzialità di Budda vivono nel cuore di ogni essere umano.

La realizzazione personale, insieme a quella collettiva e quindi l’obiettivo della pace mondiale, sono i cardini di questa religione pacifista rinata in Giappone durante la seconda guerra mondiale e cresciuta dopo la tragedia atomica. Dagli anni dell’arrivo in Italia del Buddismo Soka, quello a cui aderì proprio qui Roberto Baggio, uno dei testimonial più celebri con Tina Turner, sono cambiate molte cose.

Nel ’92, a Castello, nella Villa di Bellagio, alla presenza del terzo presidente Daisaku Ikeda (fondatore della Soka Gakkai Internazionale), fu inaugurato il centro culturale italiano, anche grazie al lavoro volontario di centinaia di ragazze, ragazzi, donne e uomini che si misero a disposizione per dare una mano alla ristrutturazione della villa. Domani il Centro culturale compie trent’anni e vuole festeggiarli con i suoi fedeli ma anche con chiunque voglia informarsi, capire o semplicemente partecipare a una giornata di festa e di scambio umano e culturale. Anche perché, nonostante i membri italiani dell’organizzazione siano più di 90mila (12 milioni in 192 paesi del mondo), Firenze resta sempre il fulcro di una storia importante. Non è un caso se la prima rivista dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai si chiama Nuovo Rinascimento.

A Firenze sono 5000 i fedeli: circa uno ogni cento abitanti. Ma è difficile trovare qualcuno che non abbia frequentato o non abbia un amico o un partente che gliene abbiano parlato. La recitazione del mantra Nam-Myo-Ho-Renge-Kyo (dedicarsi alla mistica legge di causa effetto attraverso il suono, una delle traduzioni) davanti al mandala (il Gohonzon) e la recitazione quotidiana di due capitoli del Sutra del loto sono i cardini di una pratica religiosa dove non si prega un dio ma ci si mette in armonia con la legge che regola le nostre vite e quella dell’universo.

La buddità è uno stato vitale. Il più elevato, che potrebbe essere sintetizzato con massima saggezza e massima energia vitale. Oltre che dedizione al prossimo, alla felicità altrui e rispetto per l’ambiente che ci circonda.