GHERARDO
Cronaca

Quando la notte era piccola. Con le Kessler a seminare scompiglio

Il viaggio nel tempo (a puntate) del re della notte prosegue con gli amori proibiti della Versilia

Quando la notte era piccola. Con le Kessler a seminare scompiglio

Quando la notte era piccola. Con le Kessler a seminare scompiglio

Guidi *

La via della notte portò alla Sirenetta di Castelfranco di Sotto altri grandi artisti. Uno in particolare, che per lunghi anni ho fatto esibire nei miei locali: Gino Paoli. Arrivò poco dopo il drammatico gesto col quale aveva cercato di togliersi la vita. A me interessava il cantautore che con Luigi Tenco, Bruno Lauzi e Fabrizio De Andrè aveva dato vita alla “scuola” genovese. Non aveva incontrato subito il successo, almeno fino a “La gatta”, ma Mogol si era accorto del suo talento. L’aveva segnalato a Mina, che aveva inciso “Il cielo in una stanza”. Da quel momento era entrato nell’Olimpo.

In quel periodo stavo completando il mio ‘praticantato’, seguivo cosa accadeva in Versilia, oltre che a Firenze. Restai colpito dalla storia d’amore tra Gino Paoli e Stefania Sandrelli, all’epoca minorenne, sbocciata alla Bussola nel 1962. Pochi mesi dopo Gino si era sparato. Il proiettile si era fermato così vicino al miocardio da impedirne la rimozione. Non si parlava d’altro. Ma in autunno Paoli era alla Sirenetta. Lui se ne restava in disparte, attaccato al termosifone. Lo esortai a salire sul palco. "Sento freddo", mi disse. Castelfranco gli riscaldò l’anima.

Nel frattempo mi ero legato a Carla, divenuta mia moglie, avevo iniziato a condividere con lei i progetti. Volevamo emanciparci. E cosa di meglio di un sogno in Versilia? Quella era la terra del Caprice dove, negli anni 50, suonavano jazz Peter Van Wood e Peter Angela (papà di Super Quark). Al Forte, la Capannina di seconda generazione. C’era Oliviero. Ma il faro era la Bussola. Attorno a essa erano maturate storie celebri. Mina aveva iniziato ad amoreggiare con Corrado Pani, dando vita a una relazione che le donerà un figlio ma le costerà l’esclusione dalla Rai (Pani era sposato): pausa che durò, per fortuna, un solo anno. A Focette Peppino Di Capri era convolato a nozze con Roberta…

Insomma, entrai in punta di piedi in un mondo a parte. Lo feci attraverso il giornalista Aldo Valleroni che ricorderà ghiotti aneddoti nel suo Versilia anni ruggenti (realizzato grazie al sostegno di mia moglie). Fu lui a presentarmi a Sergio Bernardini. Chiunque, nei miei panni, avrebbe fatto lo stesso. Perché se vuoi impegnarti in un mestiere, devi imparare da chi è più bravo. E in quegli anni Sergio era il più bravo. Il mio interesse per la Versilia risaliva a quando avevo dieci anni e mio padre Angiolo mi aveva portato in auto da Viareggio a Massa. Lo stile liberty. I palazzi sul mare. Le palme. Gli stabilimenti balneari. Un paradiso. Adesso ero un uomo e dirigevo i locali notturni.

Valleroni, che è stato un bravo musicista, avendo composto e scritto testi per Fred Bongusto e Luis Armstrong, mi disse: "La Versilia avrebbe bisogno di un giovane entusiasta come te". Bernardini mi stimolò: "Se vuoi affermarti devi confrontarti con la Versilia..."

Con Carla sfidammo tutti. Prendemmo il Carillon. Ma dovevo battere un colpo. E tra gli artisti che portai ricordo le gemelle Kessler. L’Italia impazziva per Alice ed Ellen, con quelle gambe che non finivano mai: “Dadaunpa”, “Testa-spalla”, soprattutto il brano che le rese leggendarie “La notte è piccola per noi”.

Anche quella notte era piccola per me e Carla. Un giorno mio padre tornò sull’argomento: ", ricorda. I Guidi non lavorano mai in affitto". Provammo a rilevare il Carillon, non ce lo dettero. Così puntammo dritti su Firenze.

*Storico patron

della Capannina