Antico
Sappiamo quanto siano bizzarri i nomi di certe strade a Firenze, quando esse richiamano il loro passato remoto. Prendiamo, per esempio, via della Vigna Vecchia. Si chiamerebbe così perché anticamente lì vi sarebbero state le vigne dei frati della Badia Fiorentina, che pare producessero un vino davvero niente male. Oppure via dei Magazzini, così denominata perché avrebbe accolto i depositi dello stesso complesso monastico. L’elenco è davvero sterminato.
Ma a Firenze, nel Medioevo, c’erano (e ci sono ancora) il chiasso, lo sdrucciolo, la costa, l’erta...
Ci soffermiamo sul chiasso. Abbiamo il Chiasso de’ Baroncelli, il Chiasso del Buco, il Chiasso delle Misure, tanto per citarne alcuni.
Ma perché mai questa definizione? Ci imbattiamo in una eredità del latino: il “clausum“, infatti, era uno spazio urbano piccolo, stretto, senza sfondo. Come una sorta di vicolo, però chiuso, cieco, fino almeno alla revisione urbanistica del Rinascimento. In questo spazio l’accesso era piuttosto esclusivo, nel senso che in genere lo utilizzava soltanto chi vi abitava. Non era una strada privata, in realtà, ma di certo aveva una sua ragion d’essere proprio con le persone che qui venivano alla luce, crescevano, lavoravano nelle botteghe sulla soglia di casa, morivano.
Insomma, si trattava di un’area in cui si svolgeva l’ordinaria vita quotidiana i cui rumori erano in genere quelli del falegname, o del fabbro, o del battitore della lana, cioè il “ciompo“ (da “ciompare“, verbo che nel Trecento significava battere la lana). Da qui dunque l’espressione "tu fai un gran chiasso", cioè una grande confusione, che ancora oggi talvolta usiamo.
Altre curiostà potete trovarle come sempre nei minivideo della serie “Firenze Antica“ su tutti i nostri canali social.