EMANUELE BALDI
Cronaca

Quei gol con panorama sulle ruspe. Il giallo delle coperture al Franchi

Negli ultimi mesi incontri tra Comune e Fiorentina con promesse di soluzioni. Ma la vista sugli scavi resta

Negli ultimi mesi incontri tra Comune e Fiorentina con promesse di soluzioni. Ma la vista sugli scavi resta

Negli ultimi mesi incontri tra Comune e Fiorentina con promesse di soluzioni. Ma la vista sugli scavi resta

Sabato 4 gennaio è in calendario all’Artemio Franchi una sfida superchic tra i viola e il Napoli. Salvo (improbabile) intervento di una bacchetta magica le telecamere inquadreranno (e diffonderanno sugli schermi di tutta Italia) cross, tiri in porta, parate e azioni varie con il consueto e impietoso ’panorama’: la skyline della curva Fiesole trivellata, ingozzata di sabbia e sassi con camion e ruspe parcheggiati sopra.

Di una dignitosa copertura – che possa nascondere agli occhi di spettatori e telespettatori (vedere David De Gea, portiere di fama internazionale, rinviare il pallone con alle spalle un cumulo di rena non è il massimo...) – si parla ormai da inizio stagione ma, nonostante il ritrovato e costruttivo dialogo tra Palazzo Vecchio e Fiorentina la soluzione, più volte (sia pur sottovoce) annunciata sembra non essere arrivata. E neanche in programma a breve.

Secondo quanto trapela il Comune, che ha avviato i lavori di restyling del’impianto di Nervi (consegna prevista 2029, ma con la garanzia di fornire alla Fiorentina una capienza di 35mila posti per il centenario dell’agosto ’26) non avrebbe ancora presentato un progetto per allestire una copertura. Palazzo Vecchio, dal canto suo, fa sapere che per il momento non ci sono novità. Insomma i teli, o chi per essi, non sarebbero in arrivo. Quantomeno non nell’immediato.

Della questione si sta occupando da tempo il capogruppo di Italia Viva in Consiglio comunale Francesco Casini secondo il quale "c’è innanzitutto una carenza nel cantiere a livello progettuale". "Andava prevista prima di avviare i lavori una copertura adeguata – dice Casini – e comunque anche adesso non mi sembrerebbe una missione impossibile coprire i lavori e nasconderli alla vista degli spettatori". "Il cantiere – denunciava lo stesso Casini in una nota poco prima di Natale – rimane scoperto e la situazione, oltre a essere poco decorosa, penalizza i tifosi che già si trovano in uno stadio cantiere ma anche a fare i conti con un effetto ottico di ‘bianco su bianco’ che rende difficile vedere il pallone da alcune angolazioni. È incredibile che, a lavori già complessi e come purtroppo sappiamo anche molto lunghi, si aggiunga anche una gestione così approssimativa degli aspetti di contorno".

In altri stadi d’Italia (vedi l’impianto dell’Atalanta) e all’estero (ultimo esempio quello della casa del Rayo Vallecano, terza squadra di Madrid dopo Real e Atletico) le soluzioni sono state trovate sembra senza particolari problemi. E allora qui cosa c’è che impedisce la copertura. Non ci sarebbe dietro un problema economico. Un maxi telo con tiraggi, pali e fili d’acciaio può arrivare a costare qualche decina di migliaia di euro che nell’ambito di una ristrutturazione da circa duecento milioni sono davvero poca cosa. E comunque potrebbero in caso scendere in campo degli sponsor.

Semmai le difficoltà sembrano essere logistiche. Installare infatti una copertura verticale subito dietro la porta del campo sembra risultare operazione complessa per la mancanza fisica di spazi dove installare i sostegni. Tra la fine del cantiere e il terreno di gioco i metri non sarebbero sufficienti. Adottare invece una soluzione ’rimovibile’, ovvero un telo da adagiare in qualche modo sull’area dei cantieri comporterebbe difficoltà di altro tipo. Ditte e operai, dopo ogni partita dovrebbero rimuovere il telo in questione per proseguire con i lavori. Una perdita di tempo che uno stadio già in ritardo con il restyling non può permettersi.