FRANCESCO
Cronaca

Quei libri fiorentini di Sciascia

Francesco

Gurrieri

Questo 2021 è il centenario della nascita di Sciascia e la sciasciologia sta già lasciando il posto alla sciasciomania, così come sta accadendo anche per l’Alighieri e la dantomania. Così, è giusto render noto come Arnaldo Pini, titolare della libreria antiquaria Cappellini di Corso Tintori, fosse l’interlocutore di Leonardo Sciascia per i libri di teologia e letterature antiche e moderne. In quel tempo la libreria del Pini, assai prossima alla Biblioteca Nazionale, fungeva da ultima sponda di salotto intellettuale: vi s’incontravano Parronchi, Bigongiari, Fernando Tempesti, Givone e tanti altri. Del resto, Arnaldo era il figlio del Sor Gino delle Giubbe Rosse ed era cresciuto fra quei tavoli conoscendo Montale, Luzi, fino a Malaparte e Dylan Thomas.

Di questo e d’altre cose di Sciascia ne parla Stefano Lanuzza nella sua ’Lettera da Firenze’, pubblicata su Lunario Nuovo (rassegna di letteratura diretta da Mario Grasso). Anche da qui, dunque, un Leonardo Sciascia, illuminista europeo, estraneo a ideologie religiose che tuttavia non si è mai dichiarato ateo, che si nutre dei libri e dei consigli di un raffinato intellettuale fiorentino; che si conferma homo europaeus, oggi studiatissimo in Francia e in Spagna e per l’intera Europa.

E allora, permettiamoci una riflessione: sulla sua tomba, nel cimitero di Racalmuto ha voluto che vi fosse scritto "Ce ne ricorderemo di questo pianeta". Cosa ha voluto intendere il nostro fine e ironico scrittore con questo autobiografico epitaffio? Azzardiamo qualche interpretazione. Intanto che il ricordo sarà collettivo e non lasciato al singolo; poi, che per ricordarcelo dovremo ritrovarci. Ritrovarci dove? Lui, laico agnostico (se pur rispettoso della tradizione religiosa della famiglia) si ritroverà con noi? Un’opzionata fiducia nell’aldilà? Purtroppo, chi gli fu vicino nelle ultime ore non ci ha aiutato a capire e dunque, oggettivamente, non sappiamo. C’è poi il ’pianeta’. Alludeva alla crescente questione ’planetaria’, predicata anche da padre Balducci e alle crescenti preoccupazioni ecologiste (il degrado del pianeta Terra)? Non sembra facile dare risposte univoche. Qualcuno vuol cimentarsi in questo rebus sciasciano?