Canè
La domanda è molto semplice, scontata. Quasi accorata. Perché? Perché l’avete fatto? Perché quei rettangoli di cemento su triangoli di asfalto in piazza Libertà? Panchine vista tram? Emanuele Baldi sul nostro giornale di ieri ipotizza che su questa scelta svelata agli occhi inorriditi dei passanti dal procedere del cantiere, la città si divida: Guelfi e Ghibellini, sinistra e destra, di qua e di là d’Arno. Previsione corretta, dettata da statistiche secolari. In questo caso, però, si rischia l’eccezione della unanimità, perché trovare qualcuno che ingrossi il partito di chi batte le mani non sarà per nulla facile. Parliamo dei cittadini, ovviamente, perché i tecnici, quelli che hanno ideato i manufatti, certamente pensano positivo. In effetti si tratta, vista la collocazione, di piattaforme scambiatrici bus-tram, di aree di sosta breve in cui trovare qualcosa su cui sedersi qualche minuto può far comodo, dare ristoro. D’accordo. Ma siccome ci arrovelliamo su come tutelare e migliorare l’arredo urbano, oggetti dall’aspetto meno funerario si potevano trovare! Perché i sarcofagi di cemento sono proprio brutti, diciamolo, e al danno estetico sommano qualche rischio termico, tipo ustioni d’estate e congelamento d’inverno per gli avventurosi che si siedono. Comunque, visto il punto (grigio) di partenza, con un piccolo sforzo di fantasia si può migliorare. L’ideale sarebbero dei cuscini colorati: proteggono le terga e fanno macchia. Ma non siamo a Oslo o a Lugano dove il senso civico è, quello sì, di cemento: da noi svanirebbero alla prima corsa di tram. Magari si potrebbe pensare di ingentilire l’area con un arancio che non serve in via Cavour, che dia ombra e frutti, o con pennellate di colore: uno si guarda attorno con piacere, e la seduta risulta meno dolorosa. Perché in Piazza Libertà è come nel calcio: si corre il rischiobdi finire in panchina.