Quel che resta del G7. L’asse Roma-Firenze fra scintille e intese

Funaro e Santanché, prove di alleanza, ma resta il gelo sulla legge speciale. La ministra: "L’evento è stata una vittoria italiana, indietro non si torna". .

Quel che resta del G7. L’asse Roma-Firenze fra scintille e intese

La ministra Santanchè, la sindaca Funaro e il governatore Giani

Cala il sipario sul G7 Turismo presieduto dall’Italia è giunto il tempo per i primi bilanci a caldo, dopo la full immersion di panel, dibattiti e approfondimenti a cura dei ministri delle sette potenze mondiali e degli operatori di settore. Non sono mancati i momenti di incontro-scontro. Soprattutto tra il ministro Santanchè e la padrona di casa Sara Funaro. Impegnata con staff e squadra di governo, alla vigilia, a portare sul piatto dei convitati nodi spinosi che affliggono la città come la valanga di affitti brevi che costellano Firenze e il fenomeno dell’overtourism da governare. Ma anche richieste specifiche per rivedere al rialzo facoltà e prerogative in mano ai sindaci. Su tutte, l’estensione in Riva d’Arno della legge speciale cucita su misura a Venezia che "renderebbe tutto più semplice". Compreso quel piano in dieci punti varato a quattro mani con l’assessore al Turismo Jacopo Vicini per un "turismo sostenibile e per una città vivibile". Con previsioni significative come la volontà di sfruttare database unici per il monitoraggio dei flussi, mappare i transiti dei mezzi pesanti una volta entrate a regime le oltre 70 telecamere dello Scudo Verde, interdire l’accesso in zone rosse ai "veicoli atipici" come risciò e golf car.

Santanché, dal canto suo, tirando le somme, gonfia il petto a fine lavori: "Se il turismo è stato messo per la prima volta al centro delle economie G7 è merito dell’Italia, è una vittoria tutta italiana, abbiamo messo una pietra miliare. Adesso non si può più tornare indietro. Tutti i ministri sono rimasti davvero impressionati dalla bellezza della nostra nazione e dal programma di questi giorni". Mentre Funaro ha speso la giornata di ieri a Perugia, nell’Umbria che nel week end va al voto, per contribuire a tirare la volata finale alla candidata governatrice Proietti, il G7 si è concluso con l’atto di rito delle grandi occasioni: l’adozione di un documento per formalizzare la comune intenzione di "diffondere i benefici del turismo per uno sviluppo sostenibile e inclusivo, rafforzando il fattore umano mettendo a frutto la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale".

La scintilla con Funaro, però, non è scoccata. Al netto delle contrapposizioni partitiche (il ministro in quota FdI, la sindaca tra le file del Pd), il rapporto è rimasto nell’alveo della "collaborazione costruttiva". Ma le divergenze di vedute ci sono e restano. Sulla legge speciale Santanché in più occasioni ha chiesto lumi ("Funaro mi spieghi il perché richiederla. Le leggi speciali non mi appassionano, mi appassiona stare insieme per risolvere un problema, ci mettiamo insieme e lo risolviamo. Con Funaro non abbiamo una differenza di visione, che ci sia un problema di sicurezza è indubbio, cerchiamo di risolverlo insieme"), ha preso le distanze dalle posizioni di Palazzo Vecchio sull’overtourism ("una bestemmia", "non capisco la polemica sugli affitti brevi, se non l’argomento per fare dei titoli sui giornali"), quando la giunta fiorentina gioca parte della sua forze e identità sulla delibera restrittiva in area Unesco.

Il punto di caduta comune, invece, è apparso sulle keybox. Le scatolette criptate per il check in facile dei turisti fissate accanto ai citofoni di palazzi storici e non solo. Dichiarazioni alla mano, l’asse Firenze-Roma sembra reggere anche in prospettiva futura. Lungo, appunto, il filo conduttore del sano rapporto di "collaborazione costruttiva".

Fra.Ing.