Quel cinema chiuso. Fulgor, un buco nero che attira disperazione: "Sia casa della cultura"

Niente più proiezioni dal 2016 e fra due anni cade il vincolo della destinazione degli spazi. La preoccupazione per il futuro "No alla speculazione, rimanga a disposizione di residenti e giovani".

Quel cinema chiuso. Fulgor, un buco nero che attira disperazione: "Sia casa della cultura"

La recente raccolta firme presentata dalle associazioni del rione

di Rossella Conte

FIRENZE

Sono passati 110 anni da quando il Fulgor, attuale buco nero nel cuore di via Maso Finiguerra, aprì alla città con la prima proiezione, il film francese ‘Protea’ del regista francese Victorin Hyppolte Jasset.

Nel 1998 il passaggio dalla famiglia Germani alla famiglia Rinaldi, nel 2005 la cessione alla Fulgor immobiliare fino all’attuale proprietà, che ha riferimento all’ex presidente della Sampdoria Massimo Ferrero, poi fallita. Le sale quindi sono chiuse dal 2016 e nel 2026 scade il vincolo di destinazione d’uso che prevede il mantenimento a cinema del 60% degli spazi. La preoccupazione del quartiere è che quando scadrà il vincolo "la speculazione privata potrà disporne come di un qualsiasi investimento immobiliare". Oggi l’ex cinema è diventato un ricettacolo di personaggi molesti alimentando la situazione di abbandono dell’area. "Purtroppo non gira bella gente, d’altra parte il degrado porta altro degrado. Nei dintorni ci sono ubriachi e spacciatori a tutte le ore, le nostre donne hanno paura a volte, soprattutto di sera, a passare di lì", sottolinea Fabrizio Carabba, presidente dell’associazione Borgognissanti. Secondo Carabba, la fascia oraria più critica è dalle una alle 5 del mattino. "Ci chiediamo – prosegue – come siano impiegate le guardie private finanziate dal Comune di Firenze".

Sul futuro dell’area Carabba non ha dubbi: "Noi vorremmo che il Fulgor fosse restituito alla città e che diventi un centro culturale con uno spazio per i residenti e per i giovani e che conservi una parte del suo spazio con la funzionalità per cui è nato". Per chiedere alle istituzioni una nuova vita per l’ex cinema il comitato Palomar Palazzuolo ha lanciato, prima dell’estate, una petizione che ha superato le 1.500 firme.

Chiara Caridi, proprietaria dell’Hotel Adriatico di via Maso Finiguerra, conosce bene la situazione: "Da poco abbiamo assistito una signora che dopo le 24 ha suonato impaurita alle porte del nostro albergo chiedendo aiuto perché le sembrava di essere seguita. La abbiamo accolta e abbiamo chiamato un taxi. Purtroppo non sono episodi isolati, siamo preoccupati. Inoltre, abbiamo segnalato la presenza da un mese di un uomo che gira nudo. Servono assolutamente maggiori controlli".

Tra l’altro, in via Maso Finiguerra, abitanti e commercianti hanno deciso di rimboccarsi le maniche e frugarsi nelle tasche per dare ognuno il proprio contributo per restituire dignità al quartiere. Su iniziativa del Grand Hotel Adriatico, è stata lanciata una specie di colletta anti degrado per finanziare un intervento di riqualificazione a cura dei Custodi del Bello, costola della onlus Angeli del bello. Da un anno due persone, a cadenza settimanale, provvedono a ripulire scritte selvagge da muri e cestini. "Il Fulgor deve riaprire – conclude Caridi -con uno spazio che possa accogliere il cinema, una biblioteca e un centro che possa servire ai residenti e ad attrarre giovani".