EMANUELE BALDI
Cronaca

Quella porta sempre chiusa, sabato era aperta

di Emanuele Baldi

"Quella porta è sempre chiusa, tutti i giorni dell’anno. Ieri era aperta, alle 4 della tarde. Proprio quando è sparita quella bambina". Julia fa la badante, dorme un paio di giorni a settimana al vecchio Astor. La famiglia di Kata la conosce ma solo di vista.

Però, da quando è arrivata a dormire anche lei nello stabile occupato di via Maragliano qualcosa lo ha notato. E come lei tanti altri che vivono in questo grumo di cemento, sporcizia e nervi tesi: l’ingresso ’principale’ dell’ex hotel, quello che dà su via Boccherini, è sempre aperto. E’ lì che entrano ed escono uomini e donne di questo variegato compartimento stagno di umanità, isolato dal quartiere eppure a esso strettamente connesso, specie nei guai. Nella strada parallela, via Maragliano appunto, c’è un altro accesso. Varcato quello c’è una sorta di spazio ’attrezzato’ dove ha preso dimora un uomo di origine marocchine. Oltre c’è una porta che conduce all’interno dello stabile. Quella porta, appunto, dicono sia sempre chiusa. Lo ribadiscono le amiche di Kathrine, la mamma di Kata, che in queste ore non si danno pace e che continuano a dire che nel pomeriggio di sabato quella porta è rimasta aperta.

"Quando la bambina è scomparsa non era chiusa come sempre – insistono – Qualcuno l’ha aperta e forse chi ha portato via la piccola è uscito da quella parte".

Julia, che assieme ad altre donne e uomini della comunità peruviana si sta dando da fare a raccogliere un po’ di soldi per aiutare la mamma di Kata in questa fase drammatica (ha un altro figlio di 7 anni e il marito è in carcere per furto), offre altri elementi: "Quell’uomo, il signor marocchino, è sempre nella sua stanza con la porta chiusa. Sabato però non c’era, è ricomparso soltato stamattina (ieri ndr), Credo che chi ha portato via la piccola sia passato dal calle Maragliano".