REDAZIONE FIRENZE

Quelle notti da incubo: "Schiaffi al dottore e calci a una porta"

Il racconto di una oss che lavora a Careggi

Simona Ricci, oss nel reparto di degenza clinica dell’ospedale di Careggi. Ieri mattina ha protestato davanti al nosocomio

Simona Ricci, oss nel reparto di degenza clinica dell’ospedale di Careggi. Ieri mattina ha protestato davanti al nosocomio

"Hanno schiaffeggiato un dottore e nel cuore della notte hanno preso a calci le porte del reparto. Volevano che il parente ricoverato tornasse a casa ma non c’era il medico per il trasporto". Offese, violenza e paura: quando Simona Ricci, oss nel reparto di degenza clinica dell’ospedale di Careggi, ripercorre i momenti dell’aggressione subita qualche mese fa, ha ancora la voce carica di tensione. E’ una delle tante operatrici sanitarie che ogni giorno scende in prima linea tra le corsie, tra i malati e le difficoltà ma che, come dice con rabbia, non si sente sicura facendo il suo lavoro.

"Ormai anche dentro l’ospedale ci si sente a rischio. Si va dall’offesa verbale alle vere e proprie aggressioni. Il clima non è proprio sereno". E ascoltando Simona si capisce subito quali siano le situazioni che nei presidi ospedalieri favoriscono l’accensione della miccia e lo scoppio del diverbio. "Spesso la scintilla la crea l’attesa, specialmente nei reparti di degenza. Magari i pazienti aspettano ore e ore al pronto soccorso per avere poi una collocazione. A volte i parenti dell’utenza pretendono di entrare dove non si può o di avere spiegazioni immediatamente. Quando i modi vanno oltre l’educazione scoppiano delle tensioni".

Secondo la lavoratrice a fare le spese di questo clima di tensione non è solo lo staff, ma anche la qualità del servizio e l’efficienza del sistema. Ma sulla cura non ha dubbi.

"La mancanza di personale è il problema più grave. Non si riesce a coprire il turnover: i turni sono stressanti o doppi. I pazienti vanno ascoltati, ma dobbiamo essere messi in condizione di lavorare con tranquillità".

Del resto i ritmi pesanti sovraccaricano anche i professionisti, ma l’uso della violenza non deve e non può mai essere giustificato. E l’aggressione a cui ha assistito Simona, durante quella nottata di lavoro come tante, scatta una fotografia nitida delle situazioni in cui si può trovare ogni professionista.

"Dopo aver trattato in malo modo tutto il personale e aver fatto volar via gli occhiali al medico con uno schiaffo – spiega – hanno preteso di avere un infermiere personale solo per il loro parente ma di solito un sanitario controlla dodici pazienti". Neanche l’intervento delle guardie giurate è bastato: "Sono stati allontanati, ma poco dopo sono tornati e fino alle 4 di notte si sono messi davanti al reparto tirando calci alla porta. Alla fine la sorveglianza è riuscita a scacciarli, ma per quanto si potrà lavorare così?".

Gabriele Manfrin