
di Olga Mugnaini
"L’architettura è la forma in cui si esprime una società". Lo affermava Pierluigi Spadolini, uno dei più importanti architetti europei degli anni Sessanta e Settanta.
Rivoluzionario in molti campi, nella sua Firenze dove era nato nel 1922, ha lasciato edifici che hanno fatto la storia e sono diventati iconici, fra cui il Palazzo degli Affari. In occasione della fine dei lavori di restauro della struttura, Firenze Fiera ha organizzato un convegno per ricordare la figura del grande architetto. Fra i relatori Massimo Ruffilli, professore ordinario di disegno industriale, che con Spadolini si è laureato, restando al suo fianco per 40 anni.
Professor Ruffilli, chi è stato Pierluigi Spadolini?
"Un architetto che con le sue opere ha lasciato un segno indelebile nelle nostre città, a cominciare da Firenze".
Quali sono le opere più significative?
"La prima fu il Cto, all’inizio degli anni Sessanta, su incarico del sindaco La Pira, che gli chiese di pensare a un’architettura che fosse per il popolo, adatta ai più deboli, ai più fragili".
E poi il Palazzo dei Congressi.
"Quella fu un’altra magia: creò una sala ipogea, interrata al di sotto del giardino di Villa Vittoria con 1200 posti. Un auditorium che non si vede, che dialoga con l’esterno attraverso finestre immerse nel verde. Insomma, un’architettura ecologica si direbbe oggi".
Invece il Palazzo degli Affari come nasce?
"Dalla lungimiranza di Raffaello Torricelli, all’inizio degli anni Settanta presidente Apt, che lo incaricò di realizzare un palazzo per la vocazione mercantile della città. Spadolini inventò un componente edilizio che, aggregandosi con altri simili, poteva creare una struttura grande quanto si voleva. Era l’elemento a ’zampa di elefante’, lo stesso usato per la costruzione del palazzo de La Nazione".
Passiamo alla Fortezza da Basso.
"Prese l’idea dagli autogrill a ponte delle autostrade. Si innamorò di queste strutture d’acciaio, alluminio e vetro, leggere da montare ed economiche nei costi di realizzazione e le usò per fare il padiglione della Fortezza. Il progetto venne esposto e premiato al Moma di New York alla grande mostra del design italiano del ’72. Si parlò di un’astronave calata nell’antica fortezza del Sangallo. Divenne così l’architetto dell’industrializzazione edilizia".
Spadolini fu anche un grande design.
"Fu uno dei fondatore delle prime cattedre di design in Italia. Essendo un insegnamento nuovo, si chiamò “progettazione artistica per l’industria“, che secondo me è ancora una delle definizioni più corrette di design. Fra i tanti successi, c’è la rivoluzione della nautica con il disegno degli yacht più belli. Ma forse le sue opere più ispirate sono le due cattedrali: la Chiesa di Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monica a Roma; e la Chiesa di San Carlo Borromeo a Napoli, con quella guglia bianca che si staglia nel cielo".
Anche i figli sono diventati architetti.
"Sì, il successo di Pierluigi si riverberò in tutti i suoi figli: Guido, architetto con esperienza internazionale; Benedetta, preside della facoltà di architettura a Genova; Tommaso, famoso designer di yacht, Serena e Donata impegnate nell’architettura d’interni e nella fondazione Spadolini gestita da Cosimo Ceccuti".