
di Paolo Guidotti
Non vedevano l’ora, i gruppi dei Maggiaioli mugellani. Dopo due anni di stop forzato, sono pronti a tornare a cantare e ballare nelle campagne del Mugello, per tutta la notte. Quella fra il 30 aprile e il primo maggio è la notte dei Maggiaioli. Una tradizione antichissima che fino ai primi anni ’70, con lo spopolamento delle campagne sembrava essere ormai perduta. Ma un gruppo di giovani mugellani riprese la tradizione, con il canto del Maggio di Scarperia. E l’usanza trovò nuova propagazione. Gruppi maggiaioli sono nati a Barberino di Mugello, a Sant’Agata, a Firenzuola, a Palazzuolo sul Senio, alle Caselle e in altre località. Il gruppo più grande e "rumoroso" oggi è quello dei Maggiaioli della Pieve: "Fu nel 1976 che alcuni giovani della parrocchia della pieve di Borgo San Lorenzo – racconta Damiano Cocchi, oggi uno dei chitarristi storici del maxi-gruppo - costituirono il primo nuovo nucleo locale di maggiaioli, un gruppo destinato ad allargarsi negli anni. Tra loro alcuni ragazzi che avevano partecipato in precedenza al maggio di Scarperia".
Negli anni il gruppo è cresciuto, e sono stati anche più di duecento a cantare sotto il campanile e la finestra del parroco, per poi sfilare per le vie del centro storico borghigiano, sostare nel piazzale del Centro Giovanile per poi partire a cantare nelle campagne nei dintorni di Borgo San Lorenzo i loro canti popolari, a cominciare dal Maggio che invoca benedizioni per l’arrivo della buona stagione e per buoni raccolti, terminando con una simpatica invocazione di un obolo che adesso immancabilmente è uno spuntino annaffiato da buon vino.
Stefano Tagliaferri è stato uno dei fondatori dei Maggiaioli della Pieve: "All’inizio non eravamo neppur dieci, solo chitarra e canto, tutti molto giovani. Ricordo che iniziammo dai luoghi dove ancora si conservava memoria di questa tradizione, e andammo a Luco, a Battiloro". "E’ un’esperienza molto bella, ancora emozionante – aggiunge Tagliaferri –. Per molti di noi più significativa e importante della festa di Capodanno. Ed è bello vedere che lo spirito che ci fece iniziare si è trasmesso ai più giovani, e sono loro oggi i trascinatori. Una cosa in particolare è affascinante, e colpisce chi magari viene da fuori, anche da Firenze, e si unisce a noi per questa speciale serata: la felicità e la disponibilità delle famiglie che accolgono i Maggiaioli, anche a notte fonda". Perché i Maggiaioli il 30 aprile non vanno a letto presto. Bussano a tante porte, cantano e danzano. E tornano a casa all’alba. Magari senza voce, ma contenti.