I radicali: "Il carcere di Sollicciano va chiuso"

Lensi e Buzzegoli: "Condizioni non dignitose, puntare sulla decarcerizzazione e l'esecuzione penale esterna". Sabato 9 una manifestazione per sollecitare la creazione di un istituto a custodia attenuata per madri detenute

L'ingresso del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

L'ingresso del carcere di Sollicciano (New Press Photo)

Firenze, 7 gennaio 2016 - "Chiediamo semplicemente che il carcere di Sollicciano venga chiuso e dismesso": La richiesta arriva dai radicali fiorentini e viene formalizzata da Massimo Lensi e Maurizio Buzzegoli, presidente e segretario dell’Associazione radicale di Firenze 'Andrea Tamburi'.  

"Solo dopo la visita natalizia al carcere fiorentino di Sollicciano della delegazione radicale guidata da Marco Pannella e Rita Bernardini _scrivono Lenzsi e Buzzegoli_  sono venuti a galla tutti i problemi: strutturali e infrastrutturali. Docce marmate, vitto scadente, riscaldamento assente, infiltrazioni: in altre parole problemi inerenti alla dignità di chi vi deve operare e del condannato nello svolgimento dell’esecuzione di pena. Pena, che, ricordiamo, dovrebbe essere finalizzata al reinserimento sociale e non a forme più o meno indirette di vendetta sociale mediante trattamento inumano e degradante".

Da qui, la consiferazione dei radicali fiorentini sul destino di Sollicciano: "Il nostro compito è quello di indicare una via percorribile e condannare il giochino del rimpallo di responsabilità a cui stiamo assistendo. Nascondersi dietro a un dito non è dignitoso quando è in gioco uno degli aspetti più delicati del nostro vivere civile. Noi chiediamo semplicemente che il carcere di Sollicciano venga chiuso e dismesso".

Alla ovvia obiezione su dove dovrebbero essere trasferiti i detenuti di Sollicciano, Lensi e Buzzegoli replicano spiegando che "questo non vuol dire che i detenuti debbano essere trasferiti in altre strutture penitenziarie aggravando così il problema strutturale del sovraffollamento. Chiediamo piuttosto che si presti attenzione a un veloce processo di decarcerizzazione, coinvolgendo la magistratura di sorveglianza e rafforzando l'Ufficio esecuzione penale esterna", dando concreta attuazione al sistema dell’esecuzione penale esterna, "previsto nel nostro ordinamento, come misura alternativa alla detenzione, un sistema di 'probation'  già presente in numerosi Paesi europei (Regno Unito, penisola Scandinava, Belgio, Francia, Austria, Portogallo, Germania)".

Quello della chiusura di Sollicciano non sarebbe, ovviamente, un percorso  immediato e allora i radicali chiedono di aprire subito un tavolo di coordinamento straordinario con tutti i soggetti coinvolti nella vita del carcere di Sollicciano: dalla direzione dell’istituto fiorentino agli enti locali, dall’associazionismo carcerario alla regione Toscana. "Affinché di Sollicciano non ci si dimentichi _concludono Lensi e Buzzegoli_  noi radicali fiorentini intanto diamo un primo appuntamento. Sabato 9 gennaio alle 11 saremo di fronte alla presidenza della Regione Toscana in piazza Duomo per chiedere che sia finalmente realizzato anche a Firenze l’istituto a custodia attenuata per madri detenute promesso nel 2010 e mai portato a termine".