Firenze, 23 febbraio 2018 - «E’ la fine di un incubo». Poi spazio alle lacrime. Roberta Giannotti, 18 anni appena, ha accolto così, nella casa di Fucecchio dove vive, la notizia che attendeva da mesi. Dall’alba del 14 ottobre. Un’alba di botte e sangue. Di terrore. La giovane era reduce da una serata in discoteca, era stanca, voleva tornare a casa. Tutto bene finché non è giunta in viale Umberto I.
Lì è stata aggredita, colpita alla testa, acciuffata per i capelli, trascinata. Da chi? Da un 21enne di Montelupo Fiorentino, Alessio Martini. Problemi di droga e piccoli crimini alle spalle. Vive con la madre, ieri sconvolta, tanto da accusare un malore sul posto di lavoro. Il padre del giovane è morto anni fa. Un carattere difficile, quello del 21enne, fin dai tempi dell’adolescenza. Era stato indirizzato ad alcuni centri diurni della zona. A fine 2016, era il mese di ottobre, era arrivato alla Misericordia di Montelupo Fiorentino in regime di messa alla prova: colpevole di piccoli reati, era stato mandato dai servizi sociali dal tribunale. Ma il programma era naufragato: troppo insofferente alle regole, agli orari, alle mansioni...
A inizio 2017, aveva preso altre vie, qualche lavoretto saltuario e il solito temperamento complicato. Noto anche alle forze dell’ordine. Un temperamento che, a metà ottobre, lo avrebbe spinto a massacrare uno ‘scricciolo’ biondo, incontrato sulla sua strada per caso, per poi nasconderne il corpo tra le foglie del parco dell’Ambrogiana e andarsene. Abbuiando il tutto.
Senza tradirsi, in barba al dolore di una ragazza ferita e travolta da mille perché. «Sapere che c’è un responsabile è importante – commenta la famiglia – E’ una ‘bella’ notizia. Il nostro grazie e la nostra gratitudine vanno alle forze dell’ordine, impegnate senza sosta». C’è da digerire la notizia, una svolta che, all’improvviso, ha dato un volto a chi ha massacrato l’allora 17enne.
Lo conferma la mamma della giovane, raggiunta al lavoro. E’ «scombussolata, serve un po’ di tempo». E’ comprensibile. Soddisfazione anche dal sindaco di Montelupo, Paolo Masetti. «La conclusione positiva di un caso che, per la sua complessità, rischiava di rimanere insoluto è un’ottima notizia per la comunità – spiega – Nello svolgimento delle indagini è stato importante anche il sistema di videosorveglianza della città, a riprova di quanto tale sistema possa essere utile».
Intanto su Facebook i commenti si sprecano. «Che bella notizia, era l’ora», scrive un’amica della giovane. Esclamazioni di gioia alle quali si affiancano quelle di rabbia autentica, incontenibile. Sfilano uno dopo l’altro, sulla bacheca ‘social’ di Alessio Martini, l’aggressore. A far loro da cappello un post del ragazzo che sa tanto di ammissione di colpevolezza virtuale. «Credo che la cosa importante quando si sbaglia sia quella di rendersene conto, fare un passo indietro e scusarsi. Io questi tre passaggi li ho già compiuti, quindi, ti prego perdonami», scriveva il 7 febbraio.