
Il cantiere delle rampe visto dalla torre di San Niccolò
Firenze, 29 aprile 2019 - Una grande festa per tutta la città di Firenze sabato 18 maggio e uno spettacolo notturno di grande suggestione per festeggiare, dopo quasi un secolo, il ritorno delle fontane e delle cascate del sistema delle Rampe del Poggi sul viale dei Colli. Sta infatti avviandosi a conclusione l'impegnativo restauro cominciato lo scorso luglio e interamente sostenuto da Fondazione Cd Firenze nell'ambito della normativa Art Bonus.
Lo ha curato il Comune di Firenze (Direzione Servizi Tecnici - Servizio Belle Arti e Fabbrica di Palazzo Vecchio, Direzione Ambiente - Servizio Parchi, Giardini ed Aree Verdi, Direzione Nuove Infrastrutture e Mobilità - Servizio Viabilità, Silfi Spa) con la supervisione dei tecnici dello Studio Hydea incaricato dalla Fondazione. Tutta l'operazione, eseguita dall'Impresa Bartoli che ha vasta esperienza in opere di restauro, ha comportato per la Fondazione un impegno economico complessivo di 2,5 milioni di euro. L'attività di tutela è stata svolta dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e per le provincie di Pistoia e Prato. Le varie fasi del restauro sono state anche oggetto di una campagna fotografica curata dal maestro George Tatge e di una documentazione video curata dalla società 3dSign che sta realizzando un documentario su tutto l'intervento.
Le fasi conclusive dell'operazione sono state illustrate oggi dal sindaco di Firenze Dario Nardella, dal presidente della Fondazione Cr Firenze Umberto Tombari, dal direttore generale di Fondazione Cr Firenze Gabriele Gori, dal direttore dei lavori Tommaso Muccini e dal direttore operativo Giuseppe De Grazia. Per salutare questo importante intervento Fondazione e Comune di Firenze hanno co-promosso una giornata di eventi gratuiti per tutti sabato 18 maggio, rivolti a bambini, famiglie e a tutti i cittadini: l'avvio è alle ore 16 con l'apertura del sistema idrico davanti a tutta la cittadinanza e prosegue fino alle 19.30 con spettacoli, laboratori e attività didattiche, visite guidate al percorso restaurato, esibizioni musicali con la direzione artistica di Manu Lalli.
La giornata termina alle 21.30 con lo spettacolo "La fontana ritrovata", un festival di immagini, suoni e colori con la direzione artistica di Roberto Malfatto, il regista degli spettacoli, tra gli altri, di Madonna, degli U2, di Jovanotti e della cerimonia di apertura di Matera capitale mondiale della cultura 2019. L'organizzazione generale è a cura di Prg Firenze. "Siamo felicissimi - ha sottolineato il presidente di Fondazione Cr Firenze Umberto Tombari - di poter restituire alla città un luogo incantato che, dopo quasi un secolo, torna ad essere visibile in tutta la sua bellezza. Per questo, assieme al Comune, abbiamo pensato di offrire una giornata di festa in cui i fiorentini abbraccino idealmente questo spazio di grande suggestione. Il complesso programma di interventi, importante anche dal punto di vista economico e di risorse umane coinvolte, costituisce un nuovo tassello delle nostre molteplici azioni di rigenerazione urbana ed è un ulteriore segnale che la nostra Istituzione è sempre più un soggetto motore di sviluppo nel territorio in cui opera, pensando e finanziando interventi di altissimo profilo assieme alle istituzioni del territorio". "Questo restauro è anche la testimonianza delle grandi competenze multidisciplinari che la città è capace di offrire alle quali va tutto il nostro ringraziamento- ha aggiunto Tombari - E' inoltre la prima occasione di tale rilevanza in cui la Fondazione Cr Firenze dona alla città non un'erogazione in denaro ma la realizzazione di un'opera gestita e finanziata in via diretta, valendosi di una previsione della normativa Art Bonus che si applica specificamente alle Fondazioni bancarie e che consente di mettere al servizio del progetto la maggiore snellezza operativa del privato per conseguire un fine di comune interesse".
"Le Rampe - ha osservato il sindaco Dario Nardella - sono un luogo davvero magico per Firenze, percorse ogni giorno da centinaia di turisti e fiorentini che da piazza Poggi vogliono salire verso il piazzale Michelangelo attraverso uno scenario suggestivo, una camminata straordinaria durante la quale ammirare il panorama mozzafiato dalla riva sinistra dell'Arno. Finalmente, grazie alla Fondazione Cr Firenze che ci ha finanziato tramite lo strumento dell'Art bonus, abbiamo recuperato e valorizzato come Firenze merita questa porzione di città, tanto cara e amata da tutti i fiorentini. E proprio per loro abbiamo pensato a una grande festa, il prossimo 18 maggio, dal pomeriggio a sera, che contribuisca a far riappropriare Firenze di un pezzo della sua storia, riportato all'antico splendore".
UN PO' DI STORIA - Il Sistema delle Rampe si sviluppa su una superficie di 6.700 metri quadrati e fu realizzato da Giuseppe Poggi tra il 1872 (l'anno successivo al trasferimento della Capitale da Firenze a Roma) e il 1876. Si articola su tre livelli o ripiani: le Grotte, situate nei primi due ripiani delle Rampe, una sul primo e cinque sul secondo, queste ultime costituite da nicchie scavate nei due muraglioni a retta e realizzate con una struttura in muratura rivestita da intonaco lavorato e da spugne; la Grande Vasca polimaterica, situata sul terzo livello delle Rampe, composta da più bacini, realizzata con una struttura in muratura rivestita da spugne, pietrame e mosaico; le Scogliere e le Piccole Grotte, posizionate lungo i percorsi, realizzate con blocchi di pietra provenienti dalle cave di Monte Ripaldi, come i 'massi erranti' disseminati nei luoghi dove i percorsi si allargano.
Con il trasferimento della Capitale a Firenze (1865-1870) fu affidato all'architetto Giuseppe Poggi l'incarico per la realizzazione del Nuovo Piano di Ampliamento della Città che prevedeva importanti trasformazioni urbane: dall'abbattimento dell'ultima cinta muraria alla realizzazione dei grandi viali di circonvallazione, dalla nuova stazione ferroviaria alla realizzazione del Campo di Marte. Ma soprattutto grazie a quel progetto si dette vita, per la prima volta, ad un vero e organico sistema di verde urbano di respiro europeo, un patrimonio di giardini pubblici destinati e dedicati non solo alle classi privilegiate ma al benessere di tutta la comunità. Vennero, infatti, risistemate numerose aree verdi che tuttora costituiscono l'ossatura principale della città: il Parco delle Cascine, Piazza Donatello e Piazza Savonarola, Piazza della Libertà e i Pratoni della Zecca Vecchia; ma anche i parterre e i giardini del centro storico, come Piazza d'Azeglio, il Giardino dei Semplici, e soprattutto il belvedere mozzafiato di Piazzale Michelangelo, lo scenografico Viale dei Colli (con i suoi 5,7 chilometri di lunghezza) e la sistemazione, appunto, delle Rampe e del quartiere di San Niccolò. La loro funzione doveva soprattutto assicurare la stabilità geomorfologica della collina visto che in passato si erano verificati movimenti del suolo peraltro già documentati da Leonardo da Vinci e da Giuliano da Sangallo.
Le pendici avevano bisogno di essere consolidate e rafforzate, i terreni stabilizzati con la realizzazione di cisterne, condotti idrici e scoli per evitare il ristagno delle acque. Purtroppo, la difficoltà dell'approvvigionamento idrico e la mancata manutenzione dei canali fece si che, in un arco di tempo piuttosto breve, l'elemento vitale e centrale di tutta la progettazione venne a mancare e con esso le specie vegetali che avrebbero dovuto caratterizzare bacini, scogliere e grotte. Negli anni, inoltre, la mancanza di specifici finanziamenti destinati alla manutenzione ed al restauro, ha causato un deterioramento generale che ha reso necessario e urgente un programma di interventi di conservazione e di ripristino degli elementi architettonici e decorativi, dell'impianto idraulico e della vegetazione propria ed originale.
Tutto il complesso è sottoposto a tutela da parte del Ministero dei Beni e delle Attività culturali. Il restauro - Il restauro, cominciato nel luglio dello scorso anno, è stato fra i più complessi e importanti degli ultimi 50 anni a Firenze. Lo dimostrano, come esempio, alcuni dati: 27.000 ore di lavoro, 100 quintali di materiali infestanti rimossi, 1.200 piante ricollocate. L'intervento si è sviluppato in tre direttrici: la conservazione della componente architettonica e materica del sistema (grotte, scogliere e vasche); la realizzazione di un nuovo impianto idrico; il recupero della componente vegetale. In questo contesto un' importanza del tutto particolare è rappresentata dall'acqua che scorre dall'alto, in suggestivo contrappunto con le acque dell'Arno, e che torna a scorrere dopo un secolo di silenzio e che restituisce a tutto l'insieme il fascino del giardino romantico della seconda metà dell' Ottocento. L'acqua infatti fuoriesce dalla sommità, dove sono visibili il giglio e la conchiglia, e riempie la prima vasca per confluire nelle tre grotte. Quindi riempie la seconda vasca e attraversa la cascata lunga 8 metri ed alta circa 5 metri cadendo nell'ultima vasca; da qui raggiunge la parte alta delle Cinque Grotte per confluire poi nella vasca ovale e nella grotta singola posta immediatamente sotto la vasca ovale. Infine tutta l'acqua confluisce nella vasca grande della Torre di San Niccolò e nelle due vasche laterali alla Torre dotate di cascate. Quindi viene ricondotta al serbatoio di ricircolo da dove viene ripompata verso l'alto. (
Per alimentare il sistema è stato costruito un nuovo impianto idrico sostenibile dal punto di vista ambientale e dei costi di gestione, utilizzando un sistema di ricircolo alimentato con acqua di pozzo, senza attingere dalla rete idrica cittadina. Di particolare importanza è stato il recupero della componente vegetale che ha salvaguardato la forma e l'aspetto polimaterico delle componenti architettoniche collocando piante ornamentali, acquatiche e semiacquatiche compatibili con quelle originali, in gruppi omogenei distribuiti negli spazi predisposti per l'impianto vegetale.