Da qualche tempo una categoria di cantanti, i rapper, tormenta i sonni dei genitori di figli adolescenti. Ci sono rapper "buoni" che raccontano il difficile passato, che hanno dovuto affrontare oppure innocue persone che vogliono soltanto portare avanti la loro passione, in questo caso il rap. Quelli invece appellati "cattivi" sono coloro che non hanno avuto magari un passato difficile che ha bloccato la loro mente in quei quartieri dove, forse, facevano una vita che nessuno si meriterebbe di fare, ma soltanto persone che, magari per divertimento, attaccano altri individui attraverso la canzone, sfogando la rabbia contro essi.
I rapper hanno salito la classifica dei dischi più venduti, mentre la loro musica ha scalato la "hit parade" delle preoccupazioni dei cosiddetti "boomer", superando i videogiochi e la "vecchia" (ma sempre valida) musica rock. Ma quando nasce il rap? Intorno al 1976 a New York, nel quartiere del Bronx, uno dei più popolati dagli afroamericani; all’inizio il rap viene utilizzato dalle persone di colore per esprimere la loro rabbia nelle dure rime che diventano un modo per denunciare situazioni di razzismo e di ribellione contro i "bianchi".
Questa musica dà anche vita a rivalità tra rapper, che a loro volta fanno emergere delle gang che si scontrano tra di loro. Infatti è ancora molto presente il problema razziale; nonostante i cambiamenti e le conquiste di civiltà recenti, ancora non siamo riusciti a dare giusto risalto, nella vita di tutti i giorni, ai principi di personaggi quali Martin Luther King.
Ricordiamo le sue celeberrime parole: "Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli". I cantanti americani hanno legittimamente sottolineato le discriminazioni e la violenza, come accaduto in passato, come per esempio ha fatto Alessandro Manzoni, scrivendo i "Promessi Sposi"; infatti ha esposto nel suo romanzo soprusi e ingiustizie patite dal popolo, a testimonianza che la denuncia attraverso l’arte è propria di tutte le epoche. La musica rap ha molta popolarità perché dà voce a disagi e tensioni interne. Tutti i ragazzi si ritrovano nelle parole scritte in rima, nei messaggi più o meno crudi o amorevoli, accompagnati da note ritmiche che rimangono impresse nella testa e che trasmettono energie praticamente impossibili da trattenere.