FIRENZE
Una brutale rapina di giorno, in pieno centro di Firenze, e un’altra fallita solo per un contrattempo. La Squadra mobile della questura ha arrestato i tre presunti autori del colpo alla gioielleria “Il gioiello in“, in via de’ Neri, avvenuta lo scorso 30 aprile. I tre sono finiti in carcere in seguito ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta del pubblico ministero Lorenzo Boscagli.
Due degli arrestati, Giuseppe Urso, 35 anni, e Paolo Consumi, 64, anche se originari di Brindisi il primo, e del Valdarno fiorentino il secondo, sono domiciliati a Prato. Il terzo, Marco Masciali, 68 anni, avrebbe invece fatto il pendolare dalla Puglia in occasione del “lavoro“.
Secondo quanto ricostruito, intorno alle dieci del mattino del 30 aprile, due dei soggetti finiti in carcere sarebbero entrati nella gioielleria con la scusa di voler acquistare un anello esposto in vetrina. Il titolare dell’attività avrebbe quindi iniziato a confezionare il pacchetto quando, d’un tratto, sarebbe stato violentemente aggredito dai due finti clienti.
Nello specifico uno di loro avrebbe rapidamente oltrepassato il bancone tappando con una mano la bocca della vittima, impedendogli così di gridare. Il gesto sarebbe stato, inoltre, accompagnato da una serie di esplicite minacce gravi, qualora la vittima non avesse assecondato le volontà dei malintenzionati, e da pugni. Prima di fuggire con gioielli per quasi 200mila euro di valore, i malviventi lo hanno legato mani e piedi con dello scotch e imbavagliato.
I due si sarebbero allontanati a bordo di motorini rubati. Nella zona del piazzale Michelangelo hanno raggiunto il basista che li stava aspettando. A giugno, il gruppo avrebbe tentato un’altra rapina, ma non è andata a segno. La Squadra mobile ha immediatamente acquisito ogni elemento utile a ricostruire la vicenda e, nello specifico, la Sezione Antirapina ha analizzato ogni singolo fotogramma della videosorveglianza cittadina arrivando in poco tempo a stringere il cerchio dei sospetti intorno ai tre indagati, già noti peraltro alle forze di polizia per precedenti penali, anche specifici.
Le indagini sono proseguite mediante attività tecnica e analisi di tabulati telefonici che hanno permesso di acquisire adeguati riscontri probatori in relazione al coinvolgimento soggettivo dei tre indagati, due dei quali esecutori materiali e il terzo, quale basista e organizzatore del “colpo”. Prima della rapina in via de’ Neri, il terzetto avrebbe effettuato anche diversi sopralluoghi per studiare il colpo nei minimi dettagli.
ste.bro.