Rapina da 200mila euro in una gioielleria del centro di Firenze: tre arresti

Il colpo fu messo a segno il 30 aprile scorso. Il commerciante fu lasciato a terra nel negozio, legato e imbavagliato

Alcune clienti all’interno della gioielleria (foto d’archivio)

Alcune clienti all’interno della gioielleria (foto d’archivio)

Firenze, 27 agosto 2024 – Tre arrestati in carcere per una rapina da 200mila euro di preziosi a un gioielliere in pieno centro storico di Firenze, avvenuta il 30 aprile scorso. Il commerciante fu lasciato a terra nel negozio, legato e imbavagliato.

Il colpo venne messo a segno di mattina in via de’ Neri, fra piazza della Signoria e piazza Santa Croce. Con le accuse di concorso in rapina aggravata in concorso, sequestro di persona, e furto aggravato dei ciclomotori usati per arrivare e fuggire, sono finiti in carcere, in esecuzione di una misura cautelare firmata dal gip, i due presunti autori materiali della rapina, un 35enne originario della provincia di Brindisi ed un fiorentino di 64 anni più il presunto basista, un 68enne anche lui del Brindisino, che avrebbe invece partecipato alla fase organizzativa alla pianificazione del colpo.

La rapina fu articolata in diverse fasi: il sopralluogo nel negozio, il furto di mezzi di trasporto adatti a scappare, la fuga e la successiva vendita della refurtiva. Quel 30 aprile, intorno alle 10, secondo quanto ricostruito dalle indagini della squadra mobile, due uomini entrarono in gioielleria col pretesto di acquistare un anello.

Il commerciante fu aggredito mentre stava confezionando il gioiello pensando di venderlo. In quel momento i due finti clienti superarono il bancone e gli coprirono la bocca per impedirgli di urlare, poi lo minacciarono e colpirono con pugni. Infine, una volta bloccato a terra, lo legarono mani e piedi con scotch. I due rapinatori fuggirono in moto con il bottino. Soccorsero il commerciante alcuni passanti. La squadra mobile ha analizzato la videosorveglianza pubblica arrivando in poco tempo ai tre indagati, già noti peraltro alle forze di polizia per precedenti penali, anche specifici. Infine, l'analisi dei tabulati telefonici ha permesso di acquisire adeguati riscontri probatori.