Firenze, 13 marzo 2021 - Rapina di notte una donna in centro storico e dopo una serie di indagini della polizia viene individuato e fermato. La rapina è accaduta di notte in via degli Strozzi. La vittima è una donna che stava rincasando dal lavoro. Erano circa le tre di notte. L'uomo ha seguito per un lungo tratto la donna chiedendo insistentemente una sigaretta.
La donna, sentendosi in pericolo, ha cercato di scappare cominciando a correre, mentre l'uomo aveva tra l'altro in mano anche una bottiglia. Il rapinatore ha raggiunto la donna e ha minacciato di spaccarle la bottiglia in testa, facendola alla fine cadere. A quel punto le ha strappato la borsa: la donna ha cercato di resistere ma poi ha ceduto.
Spaventata e ferita, la donna è arrivata fino in piazza della Repubblica dove ha chiesto aiuto. La polizia si è messa subito sulle tracce del rapinatore. Gli agenti hanno scandagliato le telecamere di sicurezza della zona. Poi hanno riconosciuto, in una delle telecamere, la figura di un gambiano di 22 anni già noto alla polizia.
Giovedì pomeriggio i “Falchi” della Squadra Mobile lo hanno rintracciato sulla passerella della tramvia che collega il parco delle Cascine con piazza Paolo Uccello: l’uomo aveva ancora addosso il telefonino portato via durante la rapina. Al ritrovamento del cellulare è seguito il blitz della Polizia nella dimora del giovane, dove gli agenti hanno anche recuperato il notebook e alcuni dispositivi informatici della vittima. Il giovane è in carcere a Sollicciano in stato di fermo.
Il giovane ospite del centro di accoglienza profughi di Vicofaro (Pistoia) di don Massimo Biancalani. «Il ragazzo - spiega don Biancalani - era stato da noi qualche tempo fa, poi improvvisamente era scomparso. E' tornato una settimana fa. Non ho approfondito subito la sua situazione, perché in questo momento la struttura è abbastanza sfornita di volontari, a causa del Covid. Il colloquio con lui lo avremmo dovuto avere tra qualche giorno».
Giovedì mattina nella parrocchia di Vicofaro è arrivata la polizia. «Gli inquirenti - riprende don Biancalani - mi hanno spiegato che il giovane era conosciuto alle forze dell'ordine per altri episodi. Ci sono rimasto malissimo. Tra l'altro, i poliziotti hanno avuto un atteggiamento molto umano. Mi hanno chiesto delle cose, ma io sapevo poco, proprio perché non c'era stato il tempo per confrontarci con il 22enne dal momento del suo arrivo qui. È stata perquisita la struttura, ed stata trovata la refurtiva, ho visto un computer di quelli piccolissimi e non so cos'altro. Noi solitamente, quando arriva un nuovo ospite, facciamo un colloquio con lui per capire anche la sua situazione legale, ma questa volta, come dicevo, non c'è stato il tempo».