Rappresentante di Lista, buona la prima

La Rappresentante di Lista presenta "Giorni felici" al Teatro Cartiere Carrara: un album che esplora la complessità della felicità e delle emozioni umane attraverso undici nuove canzoni.

Rappresentante di Lista, buona la prima

La Rappresentante di Lista presenta "Giorni felici" al Teatro Cartiere Carrara: un album che esplora la complessità della felicità e delle emozioni umane attraverso undici nuove canzoni.

Veronica o Winnie? Quel po’ di Samuel Beckett che si porta dietro un titolo come "Giorni felici", il nuovo album che La Rappresentante di Lista presenta in prima nazionale mercoledì prossimo al Teatro Cartiere Carrara, sembra spiaggiare la coppia Lucchesi-Mangiaracina sul palco col parasole, la lima per le unghie (e il revolver) della sempiterna messa in scena strehleriana con Giulia Lazzarini. "Un po’ di quel retaggio indubbiamente c’è, ma i nostri ‘Giorni felici’ li pensiamo come un punto di domanda rispetto a quel che viviamo adesso, ma anche a quel che abbiamo attraversato" spiega l’interprete di "Ciao ciao", reduce pure dal fortunato debutto sul grande schermo in "Gloria!" di Margherita Vicario. "Mi fa impressione pensare che a volte ci si costringa ad una felicità forzata. Come canto in un brano, ‘la televisione ha detto che tutto è a posto’. Sembra quasi che qualcuno voglia silenziare possibili alternative ad un sentimento incanalato verso un’unica direzione, togliendo tutta la parte del dolore, degli anni che passano, delle difficoltà da affrontare, che si porta dietro. Da qui la paura dell’imprevisto e del manifestarsi di un sentimento, magari, non pianificato".

Un viaggio dentro di voi.

Lucchesi: "Nella costruzione di questo disco ci siamo ritrovati su una montagna russa sentimentale, con pulsioni a volte contrastanti tra di loro originate da una rabbia latente, mista a sofferenza nell’osservare i tempi".

Mangiaracina: "A volte è stata solo l’illusione di attraversare giorni felici e poi ritrovarci, come i Willie e Winnie di Beckett, sepolti fino alla testa, ma convinti di vivere ‘another heavenly day’".

Undici nuove canzoni attinte dal quotidiano.

Lucchesi: "Tutto parte dal mondo che scrutiamo attraverso lo spioncino della porta. Ma anche da quell’autoanalisi che ti permette di scoprire quanto, in fondo, certe dinamiche personali siano lo specchio di quel che stai vivendo. Di quello che il mondo ti rimanda. Una felicità disturbata, come il palloncino sulla copertina del disco, che vola oltre il tetto di casa, il luogo più rassicurante delle nostre esistenze capace però in certi momenti trasformarsi in altro lasciando che quelle quattro mura custodiscano situazioni di una violenza inaudita, con un divano che spalanca le fauci e ti inghiotte originando traumi da curare sul lettino dello psicologo".

Tutto in linea con la vostra storia.

Mangiaracina: "C’è una continuità tra questo disco e il nostro percorso. Ce ne accorgiamo ora che siamo al lavoro sulla scaletta del concerto nel vedere come al suo interno passato e presente dialoghino tra loro. Anche se io prima avevo i capelli rosa e lei biondi, siamo sempre gli stessi".

Andrea Spinelli