
Il disegno dei ragazzi della IIIA
Il razzismo è una questione sociale e culturale molto antica: l’etimologia di questa parola è rintracciabile addirittura nell’antica civiltà egizia, una società in cui era comune lo sfruttamento degli schiavi. Il razzismo si manifesta in diversi modi e così è stato nel corso dei secoli. L’argomento è legato strettamente anche al colonialismo dei secoli XIX e XX. Allora il 90% dell’Africa fu occupato dalle superpotenze europee come Inghilterra e Francia che ’conquistarono’ il continente e vi restarono fino alle lotte per l’indipendenza del secolo successivo. Un altro brutto momento di diffusione del razzismo si ha con la II Guerra Mondiale, quando furono deportati e uccisi 6 milioni di ebrei e 5 milioni tra omosessuali, disabili e rom nei campi di concentramento, solo perché ritenuti diversi dalla cosiddetta "razza pura" che pretendeva il nazismo. Processi importanti di affrancamento sono stati le lotte per l’indipendenza in Africa e in India dopo la II Guerra Mondiale o con le guerre o attraverso percorsi democratici. Negli anni ’60 contiamo solo 17 paesi. L’India, che era dominata dalla Gran Bretagna già dal 1820, fin dal XIX secolo iniziò a rivendicare il diritto di governarsi per conto proprio, solo nel ’47 ottenne l’indipendenza con la leggendaria figura di Gandhi.
Nel secolo scorso sono emerse varie figure che possiamo definire veri e propri protagonisti delle lotte per l’uguaglianza e la decolonizzazione, ma tre di loro possiamo addirittura definirli iconici e ancora oggi fonti di ispirazione: uno per continente. Parliamo di Martin Luther King (in America) che si è battuto per l’uguaglianza con il suo celebre motto che diffondeva tra le folle oceaniche ai suoi discorsi, "I have a dream". Nelson Mandela (in Africa) che, battendosi per la fine dell’apartheid è stato 27 anni in prigione fino a che, nel 1994, è stato eletto presidente del Sud Africa, il primo presidente nero dopo 300 anni di dominio dei bianchi. E infine lo stesso Gandhi (in Asia) famoso per la sua pratica non-violenta basata semplicemente sulla disobbedienza ad alcune leggi ingiuste. Oggi, invece, uno dei luoghi in cui il razzismo si manifesta più apertamente è lo stadio. E però, proprio il campo di calcio, sappiamo, è il luogo che forse più di tutti può sconfiggerlo. Lo sport aiuta la disciplina e la relazione con gli altri. Sai che ogni azione pregiudica la prestazione di tutti. Il gioco di squadra, se rende tutti funzionali a un’unica azione, non può che realizzarsi sotto l’idea che siamo tutti uguali.