EMANUELE BALDI
Cronaca

Rebus Franchi, il ruolo di Commisso. Dal project financing al ’prestito’. Così la società può aiutare il restyling

L’apertura del patron viola a un eventuale sostegno economico per il completamento dei lavori . La Fiorentina potrebbe subentrare nella seconda fase per la copertura dei settori e l’area hospitality.

Rebus Franchi, il ruolo di Commisso. Dal project financing al ’prestito’. Così la società può aiutare il restyling

Il dg Alessandro Ferrari, Rocco Commisso e la moglie Catherine e la sindaca Funaro

"Con la sindaca Sara Funaro stiamo cercando di trovare delle soluzioni che permettano a Firenze di avere uno stadio, anche se non sarà nuovo, potrà essere almeno moderno e funzionale". E poi: "Sono disposto a valutare eventuali investimenti, ma devo avere la certezza e tutte le informazioni sui lavori che stanno facendo ora e su tutto ciò che manca, ma in ogni caso voglio il controllo totale".

Due messaggi, neanche troppo criptici, quelli lanciati dal patron viola Rocco Commisso a Palazzo Vecchio, nell’intervista rilascaita ieri a La Nazione. Primo: sul Franchi rimediamo il ’rimediabile’ (non è un mistero che il più grande sogno di Commisso, oltre al Viola Park, fosse quello, ormai tramontato, di tirar su dal nulla un nuovo stadio per la città). Secondo: posso anche aprire il portafogli ma le regole poi le detto io.

Ok, ma come? Il percorso non è semplice. Partiamo dallo stato dell’arte: ad oggi i lavori del Franchi stanno procedendo (con qualche intoppo vista la ’scoperta’ di troppa roccia sotto la fu curva Fiesole come rivelato da La Nazione nelle scorse settimane) con un serbatoio di circa 200 milioni di euro racimolati tra fondi statali, Pnrr e progetti di rigenerazione urbana. Con queste risorse il completamento del restyling dell’impianto di Nervi – fissato comunque ad oggi per il 2029 con annessa, però, garanzia di festeggiamenti del centenario viola, agosto ’26, con 35mila posti a sedere garantiti (a fronte dei 24mila e rotti attuali – non è in prospettiva fattibile. Quanti soldi mancano all’appello? Anche qui si entra in un corto circuito di interrogativi. La cifra può essere stimata comunque intorno ai 100 milioni di euro. Difficilissimo che il patron viola, al netto di concessioni pluriennali e accordi, sia disposto a tirar fuori di tasca sua l’intera cifra. Più probabile la metà. Ok, ma come? Quando?

La gara per i lavori al Campo di Marte è suddivisa in due lotti. Il primo è appunto in corso con le ditte che hanno vinto la gara già al lavoro e che dovrebbero garantire la risistemazione di gran parte dell’impianto e la copertura della nuova Curva Fiesole. Per il secondo lotto – copertura degli altri settori e allestimento dell’area commerciale con zone hospitality e sky box – esisterebbe la possiblità per il Comune di affidare alle stesse ditte i lavori senza passare dal bando. Una possibilità però, non un obbligo. Ecco che allora quei lavori, nell’ottica di un’operazione pubblico-privato e con un project financing, potrebbero finire in carico alla Fiorentina di Commisso per il ’total control’ dei cantieri. In cambio, si ipotizza, di una concessione dell’impianto alla società per 49 anni.

Una domanda chiave potrebbe allora essere questa: quanto vale un singolo anno di gestione dello stadio senza canoni? Che ritorno potrebbe avere l’organizzazione sistematica di concerti e grandi eventi?

Resta poi in piedi l’ipotesi del prestito finanziario del patron con una contropartita di agevolazioni da concordare.