
Il convento di San Paolino è disabitato da anni per motivi di sicurezza
di Antonio Passanese
Palazzo Vecchio blinda il convento di San Paolino, che i Carmelitani Scalzi vorrebbero cedere all’AZ Hospitality di Firenze per trasformarlo in una struttura ricettiva o in un centro benessere. L’assessora all’Urbanistica Caterina Biti, nei giorni scorsi, ha incontrato il tecnico inviato dai frati precisando quali siano le attività che si possono insediare con la destinazione d’uso di quell’immobile. E ribadendo il blocco al turistico ricettivo e il blocco agli studentati in area Unesco, come previsto dal Piano Operativo approvato lunedì scorso dal Consiglio comunale e che diventerà pienamente efficace presumibilmente a inizio giugno, dopo la bollinatura del Palazzo del Pegaso.
Per il 17 aprile, invece, Biti e l’assessore al Patrimonio non abitativo, Dario Danti, hanno programmato una riunione con l’associazione culturale Pneuma Art Foundation, presieduta da Miguel Martinez, che presenterà loro il progetto di riqualificazione dell’antico monastero. Che prevede: botteghe artigiane, spazi per artisti (italiani e stranieri), e sale da destinare alla socialità e all’aggregazione per i residenti di tutto il rione. Proposte, queste, che sembrano piacere sia alla Fondazione Cr Firenze che sta elaborando una serie di azioni integrate, di natura economica e sociale, per rilanciare via Palazzuolo e le strade limitrofe, che all’amministrazione. Oltretutto, la suggestione di Pneuma rientrerebbe anche nella destinazione ’servizi collettivi a uso pubblico’ che vige sull’edificio di via San Paolino.
Ora bisognerà capire se AZ Hospitality, alla luce dei divieti imposti dal Comune e dopo la chiacchierata con Biti, non decida di fare un passo indietro o di stravolgere completamente il progetto creando, nel monastero, un polo culturale. I Carmelitani Scalzi, che attendono ancora che la Santa Sede si esprima sulla cessione, però potrebbero tentare un’altra strada: rinunciando formalmente all’uso del convento (disabitato per motivi di sicurezza da alcuni anni), i frati darebbero alla società fiorentina il via libera per tentare di chiedere agli uffici dell’Urbanistica di cambiare la destinazione da pubblica a privata. Poi toccherà al Salone de’ Dugento esprimersi sulla questione. Ma il nuovo strumento urbanistico, però, non lascerebbe ad AZ Hospitality molti margini di azione. Ed ecco, allora, farsi sempre più concreta la strada della Spa con camere annesse (uso foresteria) da destinare ai clienti, naturalmente facoltosi.
Padre Gabriele Biccai, provinciale dei Carmelitani Scalzi, forse per non mandare a monte la trattativa, ha deciso di non rilasciare più alcun commento sulla vicenda. E anche i vertici di AZ (contattati più volte da La Nazione) hanno scelto il silenzio. I prossimi giorni, comunque, saranno decisivi per comprendere che fine farà quell’ex convento che attualmente cade letteralmente a pezzi e che avrebbe bisogno di una ristrutturazione urgente prima che le criticità aumentino.