REDAZIONE FIRENZE

Recensione in tribunale Poche stelle all’azienda "Così è diffamazione" Il gip bacchetta Google

La piattaforma web non rivela chi è stato e l’inchiesta si ferma

Google non trasmette alla procura il nome di un utente accusato d’aver diffamato un’impresa su Internet assegnandole in un mese una stella (voto minimo) sotto copertura di "tre falsi nick name creati per screditare immagine e attività della società" che si affida a un legale. "La richiesta – risponde la multinazionale al pm – implica i diritti e le libertà di un utente dei servizi Google. Il diritto dell’utente di tenere opinioni e trasmettere informazioni libere da interferenze dell’autorità pubblica, è prevalente sui sia pure legittimi delle forze dell’ordine". Così il pm Fedele La Terza è ’costretto’ a chiedere l’archiviazione dell’esposto della ditta, assistita dall’avvocato Cesare Vincenzo Martucci. Il legale si oppone e si rivolge al giudice, convinto che "assegnare una stella...porterà all’abbassamento del rating della impresa, influendo negativamente..sulla media delle stelle assegnate dai clienti negli anni". Sottolinea il legale come "il giudizio sia espresso da un soggetto che mai ha avuto rapporti con l’impresa"; parla di "reiterazione di una condotta artificiosa. E ingannevole, in quanto falsa" da cui deriva "calo del lavoro e dei ricavi della società. Google non ha compreso: non è diritto di critica, bensì strumentalizzazione a fini diffamatori del servizio Google".

Pure il gip Gianluca Mancuso archivia: "Gli elementi acquisiti non sono idonei a ritenere ragionevole la previsione di condanna". Riscontra l’"inutilità (del nome non ottenuto, ndc) stante la irrilevanza penale delle condotte, espressioni del diritto di critica..Gli autori, limitandosi ad apporre ’una stella’ si sono avvalsi della piattaforma: tale condotta non può assumere connotati penali. E l’esiguità delle presunte false recensioni negative..non permette di ritenere che non si tratti di clienti della stessa".

Il giudice però non lesina critiche a Google: "E’ di tutta evidenza come la valutazione circa l’eventuale illiceità della recenzione non possa essere sottratta all’Autorità giudicante.. unica deputata a svolgerla legalmente. La risposta di Google Ireland Limited fornitrice di servizi Google in Italia, si pone in netto contrasto coi termini di servizio indicati dalla società. Che, nell’illustrare come gestisce le richieste provenienti da Autorità statali di Paesi diversi dall’Irlanda (sede legale della società) scrive che potrebbero fornire dati di utenti se consentito dalla legge del Paese richiedente...". I parametri legali sui quali si fondava la richiesta prevedono "che ’le persone indicate...devono consegnare immediatamente all’Ag che ne faccia richiesta, gli atti e i documenti, anche in originale se così ordinato, nonché i dati, le informazioni e i programmi informatici, anche mediante copia di essi su adeguato supporto, e ogni altra cosa esistente presso di essere per ragioni del loro ufficio, incarico, ministero..salvo che dichiarino per iscritto che si tratta di segreto di Stato..’"..

giovanni spano