PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
Cronaca

Referendum, ko delle Regioni

Il direttore della "Nazione" risponde ai lettori

PIERFRANCESCO DE ROBERTIS

Firenze, 19 aprile 2016 - Caro direttore, nel fallimento del referendum di domenica colpiscono molte cose. Il fatto che ci sia un premier esplicitamente contro il voto, che si sia convocato un referendum per questioni non centrali nella vita pubblica, e che sia fallito il primo referendum chiesto dalle regioni.

Vito Salimbeni - Pistoia

Caro Salimbeni, dei dati che lei cita mi impressiona soprattutto l’ultimo. Il referendum sulle trivelle è stato il primo nella storia della repubblica convocato su richiesta delle Regioni. Ben nove Regioni avevano «firmato» per averlo. Ed è miseramente fallito. Che cosa significa tutto ciò? Che evidentemente le Regioni non rappresentano appieno la popolazione di cui sono paladine, che sentono poco il polso della situazione, che insomma non svolgono appieno quella funzione di «prossimità istituzionale» che la Costituzione assegna loro. E’ vero che dopo la prima richiesta il governo è intervenuto e ha fatto dei cambiamenti nella legge per cui certe posizioni e certe spinte iniziali delle Regioni sono cambiate, è vero tutto. Ma è evidente come l’istituzione Regione da questo passaggio non ne esce bene. E non è che l’ultimo anello della catena.