FIRENZE
Le acque reflue del complesso residenziale di San Pancrazio, nel Comune di San Casciano Val di Pesa, di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, finivano nel reticolo delle acque pubbliche.
Una violazione di una legge di 120 anni fa, ma che don Giuliano Landini, presidente dell’Istituto, ha sanato pagando una oblazione di 26 centesimi.
Si è così concluso il processo in cui don Landini, difeso dall’avvocato Gianluca Gambogi, era accusato, in concorso con il titolare della ditta che aveva eseguito i lavori (difeso dall’avvocato Francesca Pecchioli), di due reati. Il primo attinente alla realizzazione di opere edilizie – ovvero la posa in opera di un tubo del diametro di 30 centimetri – con scarico di acque e reflui in un reticolo di acque pubbliche; il secondo relativo allo scarico vero e proprio nel reticolo di acque pubbliche, quest’ultimo reato punito in forza di un Regio Decreto risalente al 1904.
Il Tribunale di Firenze, con il giudice Paola Belsito, ha pronunciato una sentenza con cui ha prosciolto il presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero ritenendo che il primo fatto non fosse previsto dalla legge come reato e il secondo, ancor oggi punito con le pene di
polizia di oltre cento anni orsono, per intervenuta oblazione.
Oblazione avvenuta dopo che il prelato, consigliato dal proprio difensore Gianluca Gambogi, ha effettuato l’oblazione pari alla cifra di 0,26 euro, adeguamento della sanzione di massimo mille lire prevista dalla norma d’inizio Novecento: "Scelta - spiega Gambogi - tesa ad evitare anche un inutile contenzioso, che avrebbe soltanto comportato ulteriore aggravio per il sistema giustizia".
"Rimane - aggiunge il legale - da chiedersi se sia opportuno mantenere in vita norme, come il Regio Decreto n. 523/1904, che considerano rilevanti ai fini penali fatti di nessuna caratteristica criminosa e a tacer del fatto che la materia,
quella dello scarico in acque pubbliche, è ormai di competenza regionale".
Negli ambienti dell’Istituto Diocesano vi è ovviamente soddisfazione per la decisione del Tribunale di Firenze,
la cui motivazione sarà depositata fra 30 giorni.
ste.bro.