di Paola Fichera
Giornata a dir poco travagliata per il Pd toscano, con il sondaggio pubblicato dal Sole 24 ore di Winpoll-Cise che attesta Giani al 43% mentre la Ceccardi lo incalza al 42,5%. A tre settimane dal voto solo mezzo punto di distacco con la Lega per il Pd è un disastro. Il sindaco Dario Nardella non ne fa mistero. Poi sbotta: "Il candidato a governare la Toscana non è la signora Ceccardi ma Salvini, e i toscani non vogliono che Salvini metta le mani sulla Toscana. Immaginate cosa sarebbe stato se a governare la Regione in questo momento di crisi del covid ci fossero stati i leghisti che sbraitano qui in Toscana". Però i numeri di quel sondaggio gli ribollono in testa: "Penso quello che penso sempre dei sondaggi, sono delle fotografie di un momento e vanno letti dal punto di vista anche della platea che viene intervistata, e infine che ci sono sondaggi buoni e meno buoni".
Sarà. Ma non esita a mettere in guardia i suoi perché se è vero che la marcia ingranata dal centrosinistra per la campagna elettorale "è quella giusta" ora è necessario "pigiare sull’acceleratore e fare ancor meglio quello che stiamo già facendo". "Pancia a terra" insiste.
E se sul voto toscano i sondaggi vanno male per il Pd vanno anche peggio quelli sul referendum per il taglio dei parlamentari. In Toscana sempre secondo il sondaggio pubblicato da il Sole 24 Ore i contrari al taglio dei parlamentari sarebbero il 52%. Con gli elettori Pd che voteranno ’no’ al 59%. E il 26 per cento dei mille intervistati che ha già deciso di non andare a votare con un altro 22 che ancora non ha deciso come voterà.
Andamento che non deve essere tanto diverso dal resto d’Italia se ieri Zingaretti ha scritto un accorato appello ai contestatori interni ed esterni al partito. "cresce "uno spirito polemico contro il Pd e contro la scelta del Sì" dietro cui ci sarebbe "un’insofferenza verso il governo, la maggioranza e il lavoro svolto", " sarebbe meglio che chi lo pensa avesse il coraggio di dirlo, assumendosi la responsabilità delle successive conseguenze".
Nardella che in passato non ha risparmiato critiche a Zingaretti commenta: "Apprezzo il coraggio e la chiarezza con cui Zingaretti parla della decisione di sostenere il sì, spiegando che non è la migliore riforma in assoluto, ma la migliore riforma possibile da collegare ad altre necessarie riforme per avere un Parlamento più rappresentativo con una legge elettorale che porta davvero dalla volontà degli elettori. Anche io come lui trovo valide alcune ragioni del no, ma resta un dato di fondo: ovvero che la vittoria del No potrebbe essere usata per attaccare il Pd e affossare una volta per tutte ogni tentativo di revisione costituzionale da qui a chissà quando". Poi la stoccata: "Del resto dalle parole di Zingaretti emerge un dato condivisibile e cioè che il triplo voto del 20 settembre (regioni comuni e referendum) ha senza dubbio un valore politico nazionale". Gli eventuali conti dentro al partito, ancora una volta (Renzi docet) si faranno dopo.