Stretta – e pure parecchio forte – della Regione sugli affitti brevi. Se nei prossimi giorni il nuovo testo unico del turismo a trazione Pd otterrà, come scontato, il via libera dell’Aula già a partire dal 2025 gestione e accoglienza dei visitatori a Firenze, così come negli altri comuni capoluogo della Toscana (esclusa Pistoia, ma inclusa Viareggio) potrebbero subire radicali trasformazioni con le nuove attività di locazioni (il provvedimento non è retroattivo) che saranno subordinate a un’autorizzazione quinquennale dei governi locali per ogni appartamento e a una serie di altre limitazioni. La ratio che accompagna le innovazioni normative è puntare su un "turismo sostenibile".
Come? Attraverso un bagaglio di laccioli volti a limitare il proliferare incontrollato di affittacamere dando ai comuni uno strumento in più ma comunque "non obbligatorio". I criteri e i limiti per regolamentare le locazioni sono stati spiegati ieri dal capogruppo del Pd in Regione Vincenzo Ceccarelli e dal presidente della commissione Sviluppo economico Gianni Anselmi.
Se il testo passerà i regolamenti comunali, basandosi su criteri definiti, potranno prevedere “limitazioni territoriali e temporali“ (divieto di locazioni in certe zone e fissazione di un numero massimo di giorni annui, anche non consecutivi, oltre il quale l’attività è vietata), analizzare il “rapporto superificie/ospiti“ (stabilendo il numero massimo di questi in una casa) e gli “standard qualitativi“ (accesso agli spazi, igiene e decoro, servizi come la connettività).
Effettuato questo ’prefiltraggio’ i Comuni - oltre appunto a valutare l’autorizzazione di 5 anni - potranno stabilire un "numero massimo di autorizzazioni per persona" e "limiti di autorizzazione per certe zone". Quest’ultimo è un passaggio chiave. Significa in soldoni che qualora Palazzo Vecchio volesse avvalersi del nuovo strumento regionale il via libera a un affitto breve X sarà molto più agevole se è alle Cure o all’Isolotto rispetto all’Oltrarno o di Santa Croce, zone sature da un pezzo.
È stato inoltre precisato che sarà sempre consentita senza bisogno di autorizzazioni comunali sia la locazione breve di una porizione di casa in cui il locatore risiede, sia quella di un singolo locale nello stesso appartamento. Infine la riforma prevede anche "agevolazioni per alberghi a 1 o 2 stelle che stipulano convenzioni per finalità sociali (esempio stanze in affitto a studenti fuorisede).
Anselmi, prima di illustrare il testo, precisa: "Nessuna guerra al turismo, diamo solo ai Comuni la possibilità di governare i fenomeni". Rimarca il concetto Ceccarelli "Siamo andati ad introdurre, attraverso un pacchetto di emendamenti al testo unico varato dalla giunta, anche ascoltando le richieste dei sindacati e delle associazioni di categoria che operano nel settore, nuove funzioni destinate ai Comuni".
Applausi da Palazzo Vecchio, da cui è partita la crociata contro gli affitti brevi in area Unesco, con la sindaca Sara Funaro che parla di "risposta importante nella direzione che avevamo auspicato" e cioè "quella di fornire maggiori poteri ai comuni".
E ancora: "Come amministrazione siamo impegnati con più azioni su un turismo sostenibile ma abbiamo sempre detto che senza un quadro normativo di riferimento chiaro abbiamo le armi spuntate". Cristina Giachi, consigliera regionale dem con il collega Andrea Vannucci , vicepresidente del gruppo Pd, parlano di "nuova stagione per la gestione di un settore cruciale" con "risposte concrete e attese soprattutto da Firenze".
E il centrodestra? Furibondo. Duro il capogruppo di Forza Italia Marco Stella per il quale "la proposta di legge è incostituzionale". "Daremo battaglia in ogni sede" assicura e poi attacca: "Invece di fare un serio piano casa si trova l’unica soluzione di proibire le locazioni turistiche. Prossimo passo? L’esproprio proletario delle abitazioni private". Sul fronte FdI la consigliera Sandra Bianchini e il responsabile turismo per la Toscana Francesco Palmigiani parlano di "rischio caos" e di "legge liberticida che rischia di far la stessa fine delle ordinanze del Comune di Firenze impugnate e bocciate dal Tar". FdI parla poi di "evidente violazione della proprietà privata ma anche della libertà di impresa".