FIRENZE
Il prof del liceo Michelangiolo accusato di aver intrattenuto una relazione fuori dall’aula con una sua studentessa, all’epoca diciassettenne, è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale.
"Il fatto non sussiste" ha sentenziato un tribunale tutto al femminile (giudici Pagliai, Valotta, Cannatà), respingendo una pesante richiesta di condanna (cinque anni e mezzo) avanzata nella precedente udienza del 28 settembre dal pubblico ministero Beatrice Giunti e ponendo così fine a una vicenda da rotocalco di cui è stato chiacchierato molto, non soltanto nei corridoi del prestigioso istituto superiore di via della Colonna.
Che tra E.R., all’epoca dei fatti 50enne, e la sua alunna di 33 anni più giovane, ci fosse un rapporto affettuoso, è ormai acclarato. Ma, come è riuscito a dimostrare il difensore del docente, l’avvocato Gabriele Zanobini, "non c’è mai stata violenza, ma una frequentazione tra loro concordata".
Lunghe passeggiate, chiacchierate, serate assieme al cinema o al teatro per condividere passioni comuni. Qualche effusione, sì, ma è stata la stessa ragazza, oggi maggiorenne e studentessa universitaria, sentita dal tribunale in un’udienza a porte chiuse, a circoscrivere nell’ambito di un rapporto fra due persone consenzienti tutto quello che viene contestato nel capo d’imputazione. Caduta anche l’ipotesi dell’abuso di potere, cioè che il prof abbia usato della sua posizione per imporsi sulla giovane.
E alla fine, a rallegrarsi dell’assoluzione dell’insegnante, è stata anche la presunta persona offesa. Presunta perché non si era costituita parte civile e non aveva mai sporto denuncia contro E.R., altro elemento che ha giocato in favore della tesi difensive.
La storia fra il prof del Michelangiolo e la sua allieva uscì allo scoperto in maniera assai rocambolesca. Fu infatti un’altra studentessa, che in passato si era sentita legata al medesimo insegnante, a tappezzare di bigliettini il liceo.
Era il gennaio del 2020. E quell’episodio, a cui seguì a breve l’isolamento per la pandemia, fece terminare la frequentazione finita sotto processo.
E.R. ha partecipato a tutte le udienze. Presente in aula anche ieri mattina, ha atteso il termine della camera di consiglio.
Alla lettura del dispositivo, ha mantenuto un atteggiamento composto, declinando ogni commento.
Però, adesso, la sentenza lo riabilita non solo moralmente: il tribunale ha infatti disposto che il dispositiva sia inviato anche al ministero della pubblica istruzione, risposta alle azioni disciplinari che il processo aveva innescato. "Si è trattato di una relazione caratterizzata da interessi culturali comuni ed è diventata anche una relazione affettuosa, ma senza mai sfociare in violenza o atti sessuali. Erano semplicemente innamorati l’uno dell’altro", chiosa l’avvocato Zanobini.
ste.bro.