Bene il provvedimento anti key box ma che sia accompagnato da adeguati controlli. Conto alla rovescia per le rimozioni a Firenze delle key box, le cassette di sicurezza utilizzate per la consegna delle chiavi degli appartamenti in affitto breve. Una misura pensata per tutelare il decoro e contrastare l’abuso di queste soluzioni, spesso considerate un simbolo dell’invasione turistica nei quartieri storici, senza considerare che il check in da remoto non si può più fare.
Ma cosa ne pensano i residenti? Emanuele Corti Grazzi, da sempre abitante di Santa Croce, è netto: "Se veramente verranno tolte e faranno i controlli, sarà un passo avanti. Ci sono immobili con quattro, cinque keybox, addirittura attaccate alle rastrelliere delle bici. È assurdo tollerarle, specialmente nei palazzi vincolati dal punto di vista paesaggistico. Ma il vero punto è far rispettare la legge: spesso accade che, come si dice, fatta la norma, trovato l’inganno". Scettico Simone Scavullo, che sottolinea come il problema sia ormai radicato: "Ci sono cose più gravi a Firenze di cui occuparsi. Chi vorrà continuare a usare le keybox troverà comunque un modo per aggirare il divieto. Andavano limitate prima, ora la città è già invasa". Duro anche Giuliano Leoni, del comitato ‘Manoiquandosidorme’: "È solo fumo negli occhi. Le keybox sono un problema di sicurezza e di decoro, d’accordo, ma non sono la causa dell’emergenza abitativa. Il vero tema è che la legge di pubblica sicurezza prevede il riconoscimento personale degli ospiti e queste cassette lo violano al pari delle tastiere elettroniche. Il Comune nel tempo ha venduto immobili che potevano essere destinati a edilizia calmierata, non può sostituire il privato nella gestione della casa. Inoltre questa misura sembra favorire gli albergatori: se davvero volevano regolamentare gli affitti brevi, avrebbero dovuto agire prima". Anche Giampaolo Castelli, residente in via dei Neri, appoggia la misura ma lancia una proposta più radicale: "Firenze è un museo, la città va tutelata. I turisti dovrebbero pagare una tassa d’ingresso, non solo quelli che dormono in città con la tassa di soggiorno. Così almeno ci sarebbero più risorse per migliorare il decoro urbano".
Marta Casoli, residente in piazza dei Ciompi, vede nel divieto un’opportunità per ripristinare un maggiore controllo: "È utile, bisogna sapere chi entra nei palazzi. Non possiamo ritrovarci sconosciuti come vicini di casa. I proprietari devono assumersi la responsabilità di chi affittano e informare gli ospiti sulle regole di convivenza".
Dello stesso parere è Camilla Speranza, anima del comitato Santo Spirito: "È un provvedimento che va nella giusta direzione. Non si può permettere che sconosciuti entrino nei palazzi dei residenti, poi sono anche brutte esteticamente". Il divieto alle keybox è dunque accolto positivamente dai residenti, ma il timore condiviso è che senza controlli rigorosi la norma possa rivelarsi inefficace.
ross.c.