
Firenze, restaurata la lapide tombale della famiglia Buonarroti
Firenze, 5 marzo 2025 - Nella basilica di Santa Croce, in occasione del 550esimo anniversario della nascita di Michelangelo è stata restaurata la grande lapide tombale della famiglia Buonarroti sotto cui è sepolto l’artista. L’intervento, promosso dall’Opera di Santa Croce e condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, viene presentato il 6 marzo, giornata in cui nella basilica, alle ore 10, si celebra l’anniversario con la deposizione di una triplice corona di alloro presso il monumento funebre di Michelangelo. Interverranno Cristina Acidini, attualmente presidente dell’Opera di Santa Croce e dell’Accademia delle Arti del Disegno, con l’assessore alla Cultura Giovanni Bettarini.
Il legame dei Buonarroti Simoni a Santa Croce
Strettissimo il legame che univa i Buonarroti Simoni a Santa Croce, il loro quartiere. A fianco del monumento a Michelangelo si trova l’altare di famiglia, fondato nel 1570, e davanti ad esso c’è la lapide tombale. Il monumento a Michelangelo, progettato da Giorgio Vasari, è stato restaurato nel 2018 attraverso un intervento di fundraising che ha coinvolto oltre cento donatori da tutto il mondo, a testimonianza dell’ammirazione che l’artista continua a suscitare.
La singolare lastra tombale, realizzata a intarsio, è suddivisa in tre riquadri di marmo bianco di Carrara, delimitati da una fascia di serpentino verde di Prato. È composta da due stemmi della famiglia - nei riquadri laterali - a forma di scudo accartocciato inclinato con due bande gialle (d’oro) su campo azzurro, in alto il lambello araldico (striscia rossa) simbolo dei d’Angiò, distintivo della parte guelfa, poi le lettere L e X su concessione di Leone X per i meriti dello stesso Michelangelo. Al centro - in corrispondenza della botola - è raffigurato un vaso decorativo.
Materiali e interventi del restauro
Numerose le pietre toscane utilizzate, oltre al marmo bianco di Carrara, il bardiglio, il giallo di Siena, la pietra alberese, il rosso Maremma, la breccia medicea. La tarsia nel corso del tempo è stata danneggiata dall’usura ma anche dalla violenza dell’alluvione del 1966. Il restauro ha preso avvio dalla pulitura, a cui è seguito il consolidamento delle sezioni lapidee interessate da disgregazione e fratturazione, la stuccatura delle lacune di minima entità e un intervento integrativo per una grande lacuna del riquadro sinistro.
Il cantiere è stato diretto da Lorenza Alcaro, funzionario dell’Opificio delle Pietre Dure. Sono stati coinvolti i settori di Restauro mosaico e commesso diretto da Anna Patera e Materiali lapidei diretto da Riccardo Gennaioli oltre al Laboratorio scientifico che si è occupato della diagnostica di supporto al restauro. L’ingresso alla cerimonia delle ore 10 è su prenotazione www.santacroceopera.it, i posti sono limitati.
Maurizio Costanzo