CHIARA OTTAVIANI
Cronaca

Ricette elettroniche, sistema in tilt. Giorni da incubo negli ambulatori: "Per noi medici è un caos infinito"

Con i programmi informatici a sighiozzo le prescrizioni dematerializzate restano bloccate "Ci ritroviamo ad accumularne a decine da scrivere e ricordarsi tutto diventa un’impresa impossibile".

Ricette elettroniche, sistema in tilt. Giorni da incubo negli ambulatori: "Per noi medici è un caos infinito"

Con i programmi informatici a sighiozzo le prescrizioni dematerializzate restano bloccate "Ci ritroviamo ad accumularne a decine da scrivere e ricordarsi tutto diventa un’impresa impossibile".

Programmi in tilt e negli studi dei medici di base regna il caos. Da due giorni ormai il sistema di spedizione delle ricette sta subendo un blocco nazionale.

"Il problema riguarda tutto il comparto della sanità pubblica nell’ambito dell’atto prescrittivo" spiega Niccolò Berzi, medico di medicina generale.

Questo blocco, però, non è senza precedenti. "Settimanalmente un giorno o due ce n’è uno regionale o nazionale, o i sistemi individuali non funzionano. Siamo talmente avvezzi ai malfunzionamenti che non capiamo più se dipenda dal sistema generale o se sia un problema del singolo. Rinviamo le ricette gestendo interi ambulatori dando al paziente pizzini promemoria al posto della ricetta vera".

Telefoni che suonano all’impazzata e mail che intasano il computer, le giornate di lavoro si allungano e l’efficienza dei medici, per forza di cose, viene a mancare. "Io ricevo circa mille chiamate al mese. Ci ritroviamo ad accumulare ricette da scrivere che da una diventano due, cinque, dieci, cinquanta, e ricordarsi tutto è impossibile. Scrivere una ricetta alle dieci la sera per un paziente visitato la mattina alle nove comporta un’inefficienza che non possiamo permetterci, ma alla quale non possiamo ovviare".

"Purtoppo assistiamo ad una frequente incapacità del sistema di sostenere il volume di ricette che mandiamo – spiega il medico Damiano Serranò –, non abbiamo un canale diretto con la regione e con l’azienda, e alla fine risolviamo il problema solo nell’ambito dell’ambulatorio, e questo causa una grave perdita di tempo".

Un semplice blocco si ripercuote a cascata su tutto il sistema sanitario, generando un circolo vizioso dal quale non si viene a capo. Un ritardo nella consegna di una ricetta intasa le linee telefoniche. La segreteria non riesce a prendere gli appuntamenti ambulatoriali. I medici sono oberati di lavoro e non riescono a visitare i malati. E giorno dopo giorno la situazione peggiora.

Per non parlare del disagio che viene arrecato al paziente.

"Possiamo stampare le ricette rosse e consegnarle a mano – prosegue Berzi –, ma non sono spendibili agilmente né sono prenotabili online. Per le persone rischia di divenire inaccessibile un serizio che dovrebbe essere garantito al 100%. In più per non restare indietro noi medici scriviamo le ricette alle sette del mattino o la sera dopo cena. E non è normale".

È una corsa continua contro il tempo ed una lotta contro i computer, per un settore che già di per sé vede la mancanza di medici interessati a svolgere questo tipo di lavoro. "È sicuramente meno ambito di altri – conclude Berzi – ma i medici vanno in pensione e non abbiamo nessu giovane che abbia voglia di cominciare. E in questo la burocrazia non aiuta di certo".