Elettra Gullè
Cronaca

Scuola, i presidi fiorentini: “La riforma del voto in condotta? Ribadisce quanto già in vigore”

I dirigenti bocciano il ministro Valditara. “Col 5 in condotta già si ripete l’anno”. Offese, furti, atti di vandalismo: ecco i motivi per i quali gli istituti sospendono gli alunni

Firenze, primo giorno di scuola, studenti e traffico (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, primo giorno di scuola, studenti e traffico (Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 26 settembre 2024 – “Bene sottolineare l’importanza del rispetto delle regole, ma la riforma Valditara sul voto in condotta, di fatto, ribadisce norme già esistenti”. I dirigenti scolastici fiorentini accolgono con una certa perplessità la riforma approvata in via definitiva dalla Camera.

Facendo una breve sintesi, da questo anno scolastico col 5 in condotta si ripete l’anno. Alla secondaria di secondo grado, con il 6 si dovrà presentare, dal prossimo settembre, un elaborato di educazione civica. Ancora, se la sospensione supera i due giorni l’alunno dovrà svolgere attività rieducative. Arrivano poi le multe per chi offende o aggredisce il personale scolastico: da 500 fino a 10mila euro.

“Non vedo alcuna stretta - evidenzia Osvaldo Di Cuffa, dirigente dell’Iis Sassetti-Peruzzi -. Queste norme già esistevano. Vengono ribadite, senza peraltro rendere più facile la loro applicazione. La bocciatura col 5 in condotta c’è da anni”. Al Sassetti-Peruzzi ci sono stati casi di ragazzi che hanno ripetuto l’anno a causa di condotte molto gravi: una volta un alunno, durante una gita, rubò delle sigarette elettroniche all’interno di un bar. “Abbiamo poi dato il 5 in condotta a chi ha minacciato e offeso i professori”, ricorda Di Cuffa. “Una novità - aggiunge, - è quella che, col 6 in condotta, si verrà rimandati in educazione civica. Mi viene da sorridere nel pensare che noi avevamo già previsto un elaborato in tal senso per un alunno con quel voto. Ma vedo anche forti rischi: se arrivassimo a bocciare col 6 in condotta, rischieremmo seriamente di perdere di fronte ad un eventuale ricorso al Tar”.

Non verrà applicata subito la regola del commutare la sospensione in quelli che un tempo si chiamavano lavori socialmente utili. Anche in questo caso, nulla di nuovo per le scuole, che da anni cercano il più delle volte di non far stare in casa gli studenti sospesi. “Ma se le attività rieducative diventeranno la regola, abbiamo il timore che tutto diventi più complicato. Ad ogni modo, aspettiamo di vedere l’elenco delle associazioni disponibili che ci verrà fornito nei prossimi mesi”, argomentano i dirigenti. Se, ad esempio, finora all’agrario gli studenti sospesi dovevano perlopiù rimanere a casa (ma qualcuno è stato coinvolto in attività di recupero a scuola), al Cellini-Tornabuoni una buona parte di ragazzi con giorni di sospensione ha “svolto piccoli lavori di pulizia e di ripristino, ha riordinato alcuni laboratori o tolto le foglie dal giardino”, come informa il preside Gianni Camici, secondo cui “è giusto rimarcare l’importanza della disciplina, ma il disegno di legge non introduce novità eclatanti”.

Mediamente, al Cellini-Tornabuoni una decina di sospensioni l’anno arrivano. Quattro-cinque gli studenti sospesi lo scorso anno all’agrario. I motivi? “Furti, atti di bullismo e di prevaricazione - fa sapere il dirigente Andrea Marchetti -. Al serale, invece, abbiamo bocciato per 5 in condotta un alunno che stolkerava le compagne di corso”. Ma l’anno com’è iniziato? Al Sassetti il preside ha già fatto il giro delle classi per “avvertire che partiremo subito coi provvedimenti disciplinari, là dove necessario”. “Ci sono ragazzi che hanno un atteggiamento strafottente - denuncia il preside -. È come se venissero a scuola per divertirsi. Stiamo già requisendo i cellulari all’ingresso delle aule. Deve esser chiaro che prima si impara il rispetto e poi le materie curriculari”. Casi eclatanti? “Non sono mancati in passato allievi che hanno mancato di rispetto ai prof dicendo loro che fanno un lavoro ‘da poveracci’, malpagato. Purtroppo, molti giovani hanno il mito dei soldi facili. Per alcuni di loro, la differenza tra lavoro lecito e illecito è molto labile”.