Firenze, 20 dicembre 2023 – Sta facendo discutere l’aumento che i toscani vedono all’orizzonte sull’addizionale regionale Irpef. La giunta regionale infatti per ripianare il buco di oltre 200 milioni sulla cui restituzione per il cosiddetto meccanismo del payback, sta per attingere dalle tasche di circa 600mila contribuenti, quelli con reddito superiore a 28mila euro l’anno: tra 28mila e 50mila il rincaro una tantum sarà di 114 euro, tra 50mila e 100mila di 360 e oltre i 100mila 1.160.
Ma quali sono le gabelle che già si pagano a livello locale? Per sostenere la macchina pubblica, ci sono tributi ai tre livelli amministrativi locali: comunale, provinciale e regionale. Per i Quartieri, almeno, non ci sono tassazioni dirette. Guardiamo nello specifico al caso fiorentino. Le tasse in senso stretto, a livello comunale sono la Tasi (il tributo per i servizi indivisibili) ovvero quelli per cui non è possibile quantificare quanto lo utilizzi ogni singolo cittadino, per esempio l’illuminazione pubblica, o i vigili urbani; e c’è la Tari, la tassa sui rifiuti.
Ci sono poi le Imposte, soggette al pagamento proporzionato alla capacità contributiva a prescindere dal diretto godimento di un determinato servizio: tra queste l’Imu, ovvero l’imposta municipale propria, che non si paga sull’abitazione principale; l’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche), che ha un’addizionale regionale oltre che comunale; e una che riguarda i soli turisti, ovvero l’imposta di soggiorno. Ci sarebbero poi anche i canoni, ovvero il corrispettivo da versare periodicamente per l’utilizzo di un bene, ma riguardano solo casi specifici (affissioni, suolo pubblico...).
La Regione, oltre alla già citata addizionale Irpef, impone la tassa automobilistica, la tassa per il diritto universitario, la tassa per l’abilitazione all’esercizio della professione, l’addizionale regionale all’accisa sul gas naturale combustibile, la compartecipazione accisa sulla benzina, oltre che alcune tasse di concessioni come caccia, pesca e raccolta funghi, beni del demanio, il tributo per il conferimento in discarica.
Ci sono poi anche gabelle provinciali, quali l’imposta Rc auto e l’Ipt. Da non dimenticare per l’Iva, la compartecipazione regionale e comunale.
Prendiamo il caso di una famiglia fiorentina, di quattro persone, un genitore con un reddito di 30mila euro l’anno e l’altro 20mila, con due bambini, che abiti nell’unica casa di proprietà di 90 metri quadri. Imu e Tasi non si pagano sull’abitazione principale, quindi questi due tributi non andranno ad alleggerire il portafoglio. Con il simulatore online tariffa sul sito di Alia è facile stimare la Tari: 345 euro di cui 95,40 di parte fissa, 233,58 di variabile, 16,45 di tributo provinciale pari al 5%.
Utilizzando invece quello di Irpef.info, si può stimare che il genitore che ha 30mila euro annui, pagherà 5.489,09 euro cui si sommano 428,50 euro di addizionale regionale cui dovrebbe arrivare anche il rincaro una tantum di 114 euro per ripianare al debito della sanità) e appena 60 di addizionale comunale, dal cui totale si toglieranno 1.910,91 euro di detrazioni.
L’altro genitore da 20mila euro annui, pagherà 2.057,69 euro, con 265,50 euro di addizionale regionale (ma senza essere soggetto al provvedimento di ripianamento, in quanto sotto i 28mila euro annui) e 40 euro di addizionale comunale e 2.642,31 di detrazioni.
Se a livello regionale arriverà questa ulteriore stangata, a livello comunale invece non ci si può lamentare, poiché è solo allo 0,2%: "Firenze, infatti – fa notare il dottor Leonardo Rosselli – ha una delle addizionali più basse tra le amministrazioni comunali italiane, grazie al gettito garantito dal costante flusso turistico".
La nostra famiglia ipotetica ha inoltre un’auto da 60 kw (poco più di 80 cavalli) Euro 4 per la quale pagherà 163 euro di tassa automobilistica, ma, ricorda il dottor Rosselli, "se è ibrida o elettrica no". Da tener conto però, fa presente il commercialista, che c’ anche l’Irap, un’altra imposta locale che va a gravare pesantemente su un’importante fetta toscana, ovvero piccoli imprenditori e in generale partite Iva (con esclusione dei forfettari). Una di quelle gabelle che frena l’economia: "Lo squilibrio generale del sistema fiscale italiano è dato dal fatto che il 5% contribuisce per oltre il 40%", conclude l’esperto.