LISA CIARDI
Cronaca

Rinnovabili e aree idonee. La legge regionale fa discutere: "Riflessione sui siti Unesco"

"Mantenere l’equilibrio fra conversione energetica, paesaggio e agricoltura"

L’assessora regionale toscana all’ambiente Monia Monni

L’assessora regionale toscana all’ambiente Monia Monni

Prosegue l’iter della legge sulle "aree idonee" per la produzione di energia da fonti rinnovabili. E va avanti, in parallelo, la preparazione del bando per sostenere le comunità energetiche, uno dei soggetti che potranno produrre energia per se stessi e per gli altri. La norma risponde al decreto ministeriale del giugno 2024, legato a sua volta alle direttive europee che impongono alla Toscana di arrivare, entro il 2030, a una potenza installata di 4,25 GW in più di energia green rispetto al 2020. A illustrarla, nei giorni scorsi, è stata l’assessora regionale alla transizione ecologica Monia Monni, nella riunione congiunta delle Commissioni Sviluppo economico e rurale e Territorio e ambiente. "Lo scopo - ha detto - è raggiungere gli obbiettivi di conversione energetica, tenendoli in equilibrio con la conservazione del paesaggio e con l’agricoltura".

Rispetto alle proposte del Governo, la Toscana ha aumentato dal 30% al 70% le aree non idonee perché meritevoli di tutele ambientali e paesaggistiche e ha avviato, in parallelo, un iter di confronto con Comuni e Province. "Le aree idonee – ha spiegato ancora Monni - sono quelle dove le procedure autorizzative sono più rapide ed dove si può accelerare il percorso di transizione. L’aspetto innovativo è mettere la scelta sui Comuni, per chiamarli tutti a corresponsabilità".

Annunciati dei correttivi "che vadano a pesare gli elementi presenti su alcuni territori come gli impianti esistenti, la produzione di rinnovabili già attiva e le richieste di progetti del territorio". Relativamente ai pannelli solari nei campi, saranno possibili "solo se il progetto viene presentato dall’agricoltore professionale, in modo da evitare le grandi concentrazioni e spinte speculative".

Non verranno invece identificate aree idonee (e quindi con procedure semplificate) per l’eolico, dove occorreranno valutazioni sito-specifiche puntuali. La norma dovrebbe ora approdare in Consiglio il 10 e 11 febbraio; poi ci saranno 60 giorni per i Comuni per ridisegnare le aree idonee e 30 per le Province. A sollecitare modifiche è intanto la Lega.

"La prima – scrive la capogruppo Elena Meini - dovrebbe riguardare i criteri per individuare le aree idonee, privilegiando quelle urbanizzate, degradate, i Sin, le aree produttive dismesse e attive, le zone industriali, artigianali e commerciali o portuali, per salvaguardare i terreni agricoli, il paesaggio e l’ambiente. Crediamo necessaria una riflessione sui siti Unesco e in particolare su Firenze, che non può prevedere limiti assoluti che impediscono l’installazione dei pannelli fotovoltaici. Importante poi strutturare un legame tra lo sviluppo dell’agrivoltaico e la produzione agricola, rendendo lo sviluppo energetico un elemento a supporto, funzionale".

La nuova legge, una volta approvata, darà impulso anche alle comunità energetiche, per le quali è in fase di elaborazione il bando. Si tratta di un’opportunità per cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese, che possono unirsi per produrre e condividere energia locale da fonti rinnovabili. Il bando regionale, ora in preparazione, prevede 20 milioni di euro: le comunità potranno beneficiarne per un massimo di 500mila euro a progetto con cofinanziamento del 40%.