Vogliamo che Firenze torni ad essere “Magnifica”. Un messaggio forte e appassionato quello del primo discorso ufficiale di Eike Schmidt, uno dei candidati alla prossima guida del Comune di Firenze.
È una buona premessa per ascoltarlo con attenzione e, in quanto fiorentini che amano la loro città, anche per aprirsi ad una ragionevole speranza.
Se le città, come si usa dire nel linguaggio della sociologia, sono “comunità di destino” l’interrogativo che dobbiamo porci è, appunto, quale debba essere il nostro futuro. Ovvero come conciliare la necessità di sviluppo economico e sociale di un territorio peculiare come il nostro con l’identità storica e culturale di una città-mito nel mondo.
Date le premesse in campo è una sfida enorme. Mi riferisco, tra i vari punti programmatici esposti dal candidato, al tema della viabilità e, tra di essi, a quello ben noto della tramvia.
Sciogliamo subito un possibile equivoco. Di una rete di mobilità urbana moderna e tecnologicamente avanzata Firenze ha certamente bisogno e questo non è in discussione.
Il tema, dunque, non è il se, ma il come. Questione che mi sta molto a cuore e sulla quale in passato ho espresso a più riprese il mio dissenso quando fu chiaro a tutti dello scempio che era stato programmato sulla piazza della stazione di SMN, con il posizionamento di una selva di pali neri, corredati sulla loro sommità da una ragnatela di cavi elettrici e con l'intersecarsi sulla intera pavimentazione della piazza di binari impattanti. Una sorta di surreale e deturpante prosecuzione della stazione all’esterno.
Da parte della amministrazione comunale non fu dato nessun particolare rilievo neppure al fatto che tale scempio venisse agito proprio di fronte alla facciata posteriore della Basilica di Santa Maria Novella.
Il progetto della tramvia, con palificazione e cavi elettrici in vista, già allora tecnologicamente superato, ha continuato il suo iter, senza ripensamenti da parte dell'amministrazione comunale, in dispregio del contesto artistico storico da tutelare.
Sul tema il candidato a sindaco di Firenze è stato chiaro: dovrà esserci l'adeguamento della rete tramviaria già esistente ad una tecnologia avanzata, secondo standard collaudati, ove sia ancora possibile. Alcuni danni prodotti al contesto sono, infatti, purtroppo irrimediabili non essendo possibile smantellare ciò che è stato realizzato. Danni gravi non solo di natura estetica ma, purtroppo, anche funzionali e incidenti proprio sulla viabilità urbana che il progetto della tramvia intendeva risolvere. Ecco perché avere posto il tema è già di per sé un fatto rivoluzionario. Una inversione di rotta rispetto a quella mortifera rassegnazione alla ineluttabilità alla quale ci eravamo abituati.
*Professore ordinario di Diritto costituzionale italiano e comparato all’Università di Firenze