PIETRO MECAROZZI
Cronaca

Inciampa su un copriforo in ospedale, cade e gli amputano la gamba: risarcimento da mezzo milione di euro

L’incidente all’ospedale Torregalli di Firenze. La ferita dovuta alla caduta ha fatto infezione ed è stato costretto alla drastica operazione. L’uomo è morto nel 2023, la Asl Toscana centro dovrà dare circa 500mila euro agli eredi

Dopo tanti ricoveri, i medici hanno dovuto amputare la gamba destra

Dopo tanti ricoveri, i medici hanno dovuto amputare la gamba destra

Firenze, 18 agosto 2024 – Una caduta nella sala di aspetto dell’ospedale Torregalli, poi la lunga odissea sanitaria, fino all’amputazione della gamba. E infine, pochi giorni fa, un risarcimento da mezzo milione di euro. È la storia di un anziano fiorentino, deceduto a fine del 2023, che nell’aprile del 2016 inciampò su un ’copriforo’ in ottone, sporgente dal pavimento di alcuni millimetri, della sala di aspetto del reparto di neurologia del Torregalli, dove aveva accompagnato la moglie per una visita medica. Un crollo che gli causò frattura e lussazione della caviglia destra, per cui fu sottoposto a un intervento di osteosintesi (la fissazione dei segmenti ossei di una frattura). La ferita chirurgica, però, dà molti problemi all’uomo, ai tempi dei fatti 85enne, e manifesta subito deiescenza (apertura).

Da qual momento ha inizio il calvario dell’uomo: la condizione della caviglia sin complica di giorno in giorno, iniziano i ricoveri, le operazioni, fino all’infezione e la compromissione totale della cavgilia. È il marzo 2018 quando l’anziano viene ricoverato: le ferite mai rimarginate e la necrosi muscolare costringono i medici all’amputazione della gamba destra all’altezza della coscia.

Anni di sofferenza e dolori, spiegano i consulenti tecnici, che hanno infine obbligato l’uomo alla sedia rotella, e per i quali la Corte di Appello di Firenze, quarta sezione civile, ribaltando la decisione di primo grado, ha condannato l’Asl Toscana Centro – in quanto responsabile/custode dell’ospedale – a oltre 493mila euro di risarcimento, più le spese legali di circa 45mila euro.

Una somma calcolata sulla base dei danni biologici e morali che l’uomo – difeso dagli avvocati Ugo Bralia e Paolo Cavallini – ha subito e che sarà percepita, se non ci sarà ricorso in Cassazione, dal figlio.

Sulla dinamica dell’incidente, i giudici Covini e Caporali, spiegano invece che il tappo in ottone, in astratto visibile, non era però percepibile per chi si alzasse dalla sedia della sale di attesa – come ha fattio l’85enne nel 2016 – perché troppo a ridosso.

L’inciampo, come spiegato anche dai testimoni, è avvenuto propri a causa del dislivello e della leggera fessura tra fine della curva metallica e pavimento, proprio dove l’uomo è rimasto impigliato. La prima versione, adottata anche in primo grado, vedeva l’uomo crollare terra dopo essersi risvegliato a da un pisolino e aver perso l’equilibrio da solo.

Che quei copriforo fossero troppo vicino alle sedie, infine, è stato evidenziato, anche se in maniera indiretta, dalla stessa direzione dell’ospedale Torregalli, che dopo l’incidente ha provveduto in poco tempo ad allontanare le sedie della sala di aspetto dai copriforo e a segnalarli con nastro adesivo giallo e nero.