
Riaperto al pubblico il Salone di Donatello, al Museo Nazionale del Bargello
Al centro c’è lui, il David in bronzo di Donatello, icona del museo e uno dei massimi capolavori del Rinascimento fiorentino. E attorno altre otto opere del grande scultore: il David in marmo, il San Giorgio, il Marzocco, l’Attis, il Putto danzante, la Crocifissione, la Testa di uomo barbuto e la Madonna di via Pietrapiana. Da qui il nome di Salone di Donatello al Museo Nazionale del Bargello, che ha riaperto al pubblico, dopo quasi un anno di lavori di restauro e riallestimento.
Con i suoi 18 metri di altezza e una superficie di 445 metri quadrati, è l’ambiente più imponente del palazzo, cuore del percorso museale, con capolavori assoluti della scultura rinascimentale. Vi sono riuniti infatti il San Giovanni Battista Martelli scolpito in collaborazione con Desiderio da Settignano e altre opere in parte dell’artista o della sua bottega. Ma soprattutto ci sono le due formelle del celebre concorso del 1401 per la Porta nord del Battistero fiorentino, in cui si sfidarono Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti, ’padri fondatori’ del Rinascimento fiorentino. E ancora Luca della Robbia, che stupì i suoi contemporanei con l’invenzione di quella che Vasari definì "un’arte nuova, utile e bellissima", cioè la tecnica della terracotta invetriata. A cui si aggiungono Michelozzo, Desiderio da Settignano e Bertoldo di Giovanni, il Verrocchio con il suo David.
In tutto sono 65 sculture, riallestite per migliorarne la fruizione, la leggibilità e la sicurezza. Tra le principali novità spicca proprio la disposizione dei due David di Donatello: quello in bronzo, collocato al centro della sala, e il David in marmo, ora accostato al San Giorgio. Ciò per consentire un confronto diretto tra le opere, emblematico della rapida evoluzione stilistica dello scultore.
I lavori sono stati particolarmente articolati, soprattutto per la complessa struttura di ponteggi necessaria per uno spazio così ampio e architettonicamente impegnativo. Per le pareti è stata scelta una nuova cromia, mentre la rinnovata l’illuminazione dà profondità alla sala. Il progetto, coordinato dal direttore generale Musei Massimo Osanna, è stato curato da Ilaria Ciseri, responsabile del Museo. La supervisione dei restauri di Benedetta Cantini. "Il Salone di Donatello è, a tutti gli effetti, il tempio della scultura italiana del Quattrocento – dice Massimo Osanna –. La sua riapertura restituisce al pubblico un ambiente di eccezionale valore architettonico e un percorso espositivo rinnovato e accessibile. È un passo importante per il Bargello, proprio in quest’anno che segna la sua unione con la Galleria dell’Accademia in un unico istituto museale. Un particolare ringraziamento a Paola D’Agostino, precedente direttrice, con la quale questa grande avventura ha avuto iniziata". L’intervento segue infatti quelli già realizzati dalla D’Agostino, tra cui la Sala degli Avori, la Cappella della Maddalena, la Sagrestia, la Sala della Scultura Medievale, il Medagliere, la Sala Barocca, la Sala Islamica e la Sala delle Maioliche.
"Siamo molto soddisfatti del risultato di questi lunghi mesi – spiega Ilaria Ciseri, curatrice delle collezioni –. I lavori di restauro hanno dato nuova vita alle pareti del Salone, ambiente monumentale che è il cuore storico del palazzo e ‘dimora’ di capolavori tra i più noti al mondo".