Ristoranti e kebab. Il divieto si allarga a nuove strade. In un mese la delibera

Riunione tra l’assessore Vicini e le associazioni di categoria. Anche in via Senese, via Pisana e via del Ponte alle Mosse. potrebbe scattare l’alt alla nascita di ulteriori attività di somministrazione .

Ristoranti e kebab. Il divieto si allarga a nuove strade. In un mese la delibera

Il Comune limiterà l’apertura di ristoranti, paninoteche e kebabbari in altre strade

di Antonio Passanese

FIRENZE

Oltre a via Gioberti ci sono altre tre strade fiorentine – e fuori dal centro storico – in cui a metà novembre dovrebbe scattare il blocco alle licenze di somministrazione sia di alimenti che di bevande alcoliche. Che detta in soldoni significa: stop alla nascita di ristoranti, pizzerie, paninoteche, minimarket, kebabbari e bar. Comune e associazioni di categoria, in questi giorni, stanno ragionando se inserire nell’elenco delle strade da salvaguardare anche via Senese (da piazza di Porta Romana al Galluzzo), via Pisana (da piazza pier Vettori alla Porta di San Frediano) e via del Ponte alle Mosse.

Bisognerà capire, ovviamente, anche cosa ne pensano i commercianti e se siano d’accordo con questo nuovo corso dell’amministrazione che tende a salvaguardare quelle zone della città in cui iniziano a proliferare locali mangiatoria, a uso e consumo dei turisti. A scapito delle attività di vicinato e della residenza. In settimana, l’assessore allo Sviluppo economico Jacopo Vicini incontrerà i responsabili di Confcommercio, Confesercenti, Cna e Confartigianato per cercare di trovare una quadra e per iniziare a mettere nero su bianco la delibera che dovrebbe passare in giunta a inizio novembre per poi essere discussa dal Consiglio comunale per l’approvazione definitiva e la conseguente entrata in vigore.

Per quanto riguarda via Senese e l’ultimo tratto di via Pisana, negli ultimi mesi si è notato un aumento spropositato di attività del food in quei fondi che una volta erano occupati da mercerie, mesticherie, negozi di abbigliamento, di giocattoli, di ottica e parrucchieri (solo per citarne alcuni) che, a causa dell’aumento spropositato degli affitti, e per l’assenza di clienti, si sono visti costretti ad abbassare definitivamente il bandone. Diverso il discorso, invece, per via del Ponte alle Mosse. Lì, già da tempo, i ristoranti peruviani la fanno da padroni (ce n’è uno ogni cento metri), e spesso la strada è anche teatro di violente risse tra ubriachi. Quindi l’intento di Palazzo Vecchio e delle associazioni di categoria è quello di riportare sicurezza in tutta l’area e cercare di renderla più a misura di famiglie, agevolando le attività di vicinato.

L’estensione dei divieti al di fuori del centro storico è possibile grazie alla legge 214 del 2023, che modifica la legge Bersani del 2011 e dà ai Comuni, d’intesa con le associazioni di categoria, la possibilità di procedere con questo tipo di atti regolamentari. Secondo una prima ipotesi condivisa anche con le categorie economiche, il Comune potrebbe intanto disporre questo tipo di divieti per un primo periodo sperimentale; questo permetterebbe di valutarne l’efficacia, o di disporre eventuali correzioni laddove si ritenesse necessario, nel pieno corso dell’attuale legislatura.