REDAZIONE FIRENZE

Rita Forte, 'Il gufo e la gattina': in scena per amore

Spettacolo al Teatro di Cestello

Rita Forte

Firenze, 9 marzo 2019 - «Faccio teatro da dieci anni e mi piace moltissimo stare sul palcoscenico. Se ci pensi bene non è molto diversa una tournèe teatrale da una canora. Sono sempre sul palcoscenico: in una recito, in un’altra canto e suono, ma il risultato in fondo è lo stesso». Cantante, musicista e personaggio televisivo Rita Forte debutta questa sera alle 20,45 – in replica domani alle 16,45 – al Teatro di Cestello con «Il gufo e la gattina» di Bill Manhoff, copione consacrato sul grande schermo dall’immenso successo del film omonimo con la premiata, mitica ditta Streisand e Segal.

Rita, prima volta in un teatro di Firenze: che effetto fa?

«Sono molto felice di debuttare qui dopo dieci anni di Roma. Voglio ricordare che sono di origini toscane perchè mia madre era dell’Elba, di Porto Azzurro che aveva sempre nel cuore. Prima di andarsene per sempre voleva tornarci, ce l’aveva nel cuore quel posto della sua infanzia. Adesso anche io passo lì un po’ di vacanze».

In molti hanno ancora quell’immagine di lei, bella bionda, carina, intonata. E al pianoforte.

«Certo, il pianoforte, la musica sono stati determinanti nella mia vita. Ma sono dieci anni che faccio altro: amo il teatro, mi piace e mi diverto e credo veramente che nella vita si debba andare sempre avanti. E soprattutto guardare avanti».

A chi deve la sua popolarità?

«Di sicuro, moltissimo a Luciano Rispoli che mi vide a Sanremo nel 1991 e mi fece rintracciare per prendermi con lui. E’ stato un grande signore della televisione, un gentelman di cui ancora si sente la mancanza. A lui devo tutto. Ancora oggi ho degli ottimi rapporti con la sua famiglia, ho imparato tanto nel suo Tappeto Volante dove sono cresciuta. Ho avuto tanto ma ho lavorato tanto».

Sente la mancanza della televisione?

«Va di pari passo ai miei impegni teatrali. Domani sera dopo lo spettacolo andrò via destinazione Fabio Fazio in Rai. Sarò lì a parlare di Carosone. Diciamo che per me non è cambiato niente della mia vita di musicista. In più ci ho solo aggiunto la ribalta della prosa».

Come è stato che il teatro ha bussato alla sua porta?

«E’ stato un caso perchè lavoravo in Rai con Fabrizio Frizzi e lui stava lavorando a una commedia con Carlo Alighiero, che è non solo attore, doppiatore e regista, ma anche autore teatrale. Mi chiese: perchè non vieni a fare la prossima commedia con me? Credo che tu possa farcela. Così ho iniziato a recitare».

E’ stato difficile?

«No, emozionante. Mi sono lasciata guidare da Alighiero, ed da autodidatta le cose all’inizio hanno funzionato. Poi ho studiato molto. E così sono andata avanti».

Qual è stata la più grande soddisfazione da attrice?

«Adoro girare, i viaggi gli spostamenti, i palcoscenici diversi. Il pubblico bello che ti guarda e che senti anche respirare. Ed è bello come quando mi dicono: lo sai che come attrice sei brava come da musicista? Ecco. Questa per me è una grande soddisfazione».