L’asilo nido di Fiesole Nadia e Caterina Nencioni non riapre. La perizia tecnica ha confermato che l’immobile non può essere ulteriormente utilizzato, neppure per la parte dove i bambini erano stato trasferiti l’anno scorso dopo il crollo parziale del tetto. Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha quindi revocato l’incarico alla cooperativa che fornisce gli operatori del servizio, con l’impegno di richiamarli non appena sarà trovata una soluzione alternativa. Soluzione che però al momento ancora non c’è.
È questo lo stato dell’arte dell’intrigata vicenda scoppiata lo scorso 4 agosto e che lunedì ha visto il confronto nella prima riunione con i genitori, convocati on line dal sindaco Anna Ravoni. "Siamo preoccupati perché il Comune non ci ha dato risposte - lamentano alcune mamme -. Abbiamo sentito solo condizionali e tanti se. Nel giorno che l’asilo doveva aprire abbiamo quindi avuto conferma che per i nostri bambini non c’è un posto dove andare".
Il Comune assicura di essersi attivato per cercare una collocazione alternativa e di aver avuto incontri con enti, privati, parrocchie e circoli. Al momento sono però arrivate solo promesse. In particolare si valutano due soluzioni, tutte ancora da verificare. La prima è quella di spostare i 48 bambini (che nel frattempo sono scesi a 43) che si erano iscritti a Fiesole nella casa San Giuseppe, in via Poeti, ex Casa famiglia delle Suore Giuseppine, oggi gestita da una cooperativa impegnata nel sociale. I locali a disposizione vanno però adattati ad ospitare dei bambini piccoli. Soprattutto serve l’ok dei vigili del fuoco.
Trattative in corso ci sono anche su alcuni fondi commerciali in piazza dei Mezzadri a Caldine. Il Comune ha già incassato l’ok della parte di proprietà della parrocchia; è invece ancora tutto da decidere su alcuni spazi attigui, che fanno capo ad un istituto bancario. Bocciata l’ipotesi container.
"La riunione è stata aggiornata a lunedì prossimo. Speriamo di avere chiarimenti maggiori", conclude una mamma.
Daniela Giovannetti