
Rivoluzione mense . Addio gare d’appalto. Due anni per entrare nella società in house
Un balzo in avanti verso l’ingresso nella società in house che gestirà il servizio di mensa scolastica del Comune di Firenze. È quello fatto grazie alla delibera di indirizzo approvata a fine febbraio dalla giunta Nardella. L’obiettivo: varcare l’uscio entro l’anno scolastico 2025/2026 della società pubblica ’Qualità & servizi’, di proprietà ’dei Comuni di Sesto Fiorentino, Campi e Signa che già gestisce la ristorazione scolastica di sei Comuni. Palazzo Vecchio punta a diventare il settimo, portare le proprie quote di socio ed uscire così dal sistema del servizio dato in appalto a terzi.
Il piano prevede l’ingresso con i 15 centri cottura di proprietà del Comune per la preparazione di poco meno di 20mila pasti al giorno. L’idea viene da lontano e l’iter ancora sarà lungo e il prossimo passaggio sarà la redazione di un piano industriale per le stime del futuro valore societario che sarà modificato con l’ingresso di Firenze. Ma come mai questo cambiamento? L’obiettivo del Comune è premiare la filiera corta, ma soprattutto ottenere un controllo diretto del servizio di refezione il cui appalto scadrà nel 2025.
"Il primo passo – spiega l’assessora al Welfare, Sara Funaro che insieme all’assessore al Bilancio, Giovanni Bettarini, sta guidando l’iter – era stato il passaggio per la procedura di appalto al criterio di valutazione delle offerte basato solo sull’offerta tecnica, il cui prezzo del pasto è fisso e non soggetto a ribasso, in modo da elevare la qualità del servizio. Ma ora compiamo un altro passo in avanti visto che l’ingresso del Comune in Qualità & Servizi consentirà maggiore qualità e sostenibilità nei processi produttivi". I vantaggi saranno anche sul fronte del controllo diretto operato tramite la società in house visto che, ogni anno, l’appalto per il servizio di monitoraggio è di oltre 150mila euro per 16 mesi. "Il punto però – precisa Funaro – non è assolutamente il risparmio, ma avere una qualità sempre maggiore oltre a curare l’educazione alimentare, la stabilità dei lavoratori e lo sviluppo della filiera corta coinvolgendo le aziende del territorio". Sulla stessa frequenza anche l’assessore al Bilancio, Giovanni Bettarini. "Quando si parla di 20mila pasti al giorno – commenta – si parla di qualità concrete che possono avere influssi diretti sulle aziende locali e lavorare sulla filiera in maniera biunivoca. L’altro elemento, come già detto, è l’aspetto educativo della vicenda e il fatto di poter coinvolgere i ragazzi direttamente nei progetti di sensibilizzazione alimentare". Ma quanto manca al passaggio? I prossimo passi saranno la redazione di un piano industriale che metterà nero su bianco la ’quota’ o comunque la dote che il Comune porterà in Qualità & Servizi, seguiranno poi il piano economico e finanziario e una proposta di aumento di capitale. L’ultimo passo sarà il via libera degli altri Comuni presenti e infine l’assemblea degli azionisti. L’obiettivo: completare la missione entro due anni.
Claudio Capanni